lunedì, luglio 30, 2012

ROTTA DELLE EMOZIONI






MaranhãoPiauìCearà


La chiamano Rotta delle Emozioni, ed infatti !
Emozioni continue, in un crescendo di meraviglia, stupore ma anche fatica.
Ho iniziato la mia "rota das emoções", con São Luís, detta l'Atene del Brasile, che quest'anno festeggia i suoi 400 anni di vita, capitale del Maranhão ma anche del reggae.

Arrivata troppo presto ( ancora troppo europea) per prendere la barca per Alcantara , ho avuto la fortuna di trovare ( quei casi della vita che ho imparato strada facendo) un gruppo che provava per lo spettacolo del Bumba Meu Boi
Di fronte a São Luís,a circa due ore su un grande barco, dopo aver sfidato gli impressionanti cavalloni dell'Oceano,ecco Alcantara :
un piccolo gioiello architettonico di intatta magia.
Dopo São Luís,su di un micro onibus, partita alle 3 del mattino, sono arrivata a Sangue ( nome che è tutto un programma) per salire sulla prima Toyota delle tante, tante altre, che avrei preso per raggiungere luoghi ancora incontaminati,attraversando laghi, dune, fiumi, sotto un sole da equatore.
Da Santo Amaro ho iniziato a conoscere il parco nazionale dos Lençois, 155mila ettari di dune di un bianco abbagliante e ho capito che questo raro fenomeno geologico che si spalanca a perdita d'occhio fra sabbie e acque è la nuova frontiera del turismo avventura.
Una sorta di sorprendente Sahara nel cuore di quello che è considerato il Paese più verde del mondo. Grandi dune bianche di quarzo finissimo corrono lungo il litorale per oltre 70 chilometri e si addentrano all'interno per altri 50.
Dune mobili, che a volte superano i 40 metri d'altezza, sul cui fondo si formano migliaia di lagune alimentate dall'acqua piovana. Un territorio in continuo movimento, un rincorrersi di montagne di sabbia che nascono e muoiono a seconda dei capricci del vento e delle maree.
Risalendo il Rio Preguiça, verso Atins, ho costeggiato le dune, che da bianche diventavano gialle, le foreste di mangrovie, e i piccoli villaggi di pescatori :
VASSOURAS, il faro di Mandacarù con i caratteristici bambini che aspettano l'arrivo delle barche, sono arrivata a Caburé,borgo di pescatori costruito di fronte all'oceano.
A Caburè ho contrattato ( era un contratto continuo) uno strappo fino ad Atins.
Di Atins ho ricordi stupendi:

la barca che mi " deposita" letteralmente, sulla spiaggia deserta :) , dodici ore di luce accecante alternate a dodici ore di buio assoluto, sotto un cielo stellato che arrivava a commuovermi.

Strade di sabbia, senza lampioni ma che percorrevo bene con quella luce che Atins mi ha acceso nel cuore.
Ah, ho amato Atins di grande amore.
Quel suo misto di vegetazione e sabbia che poi, andando verso l'entroterra, lasciava, definitivamente, il passo a quest'ultima.
Ancora le dune dei Grandi Lencois.
Atins e il silenzio religioso mentre aspettavamo il volo dei Guaràs.
Atins e fiumi e sabbia e dune e stelle...

Le musiche che ho scelto per il filmato ?

Rigorosamente: FORRO' !

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao! Sono il "cocorito" coloratissimo che avevi sul dito. Rrrrrosiiii, che belle immagini. Vai con la seconda parte che voglio vederle tutte. Un abbraccio.

rosipoli ha detto...

Ci sto lavorando Raffaella, ci sto lavorando...qui nella mia città, dove mi sento, finalmente, a casa.
Ma...hai visto che roba??
Come si dice qui:
BARBARO!
Mi prendo l'abbraccio tutto intero