mercoledì, settembre 17, 2008

solo tre parole

Mio figlio si è iscritto al serale e si è bocciato da solo. Cioè, ha rinunciato al quinto, che aveva frequentato ben due volte, ed è ripartito dal quarto.
Dice che vuole sapere le cose e non far finta.
Ma io che c'entro? Ogni sera alle 23:00 lo devo andare a prendere a scuola, perchè non ci sono i mezzi. E che ne so se è vita questa.
Oggi ho lavorato dalle 7 di mattina alle 7 di sera. C'era di tutto in questa giornata, anche i colloqui. Per strada, fra incontro con la dirigente e, al ritorno gli gnocchi, una canzone alla radio mi ha fatto ricordare che è giusto piangere, lasciarsi andare. Allora mi sono fermata in una piazzuola, e ho scaricato due litri di acqua dagli occhi e ho trovato gli gnocchi freddi.
E sto scrivendo un libro ma, per ogni frase, devo andare a fare una ricerca.
Come collocare mia madre in una Torino degli anni 40? E la schiavitù in Brasile è finita soltanto nel 1888 e poi arrivarono gli europei a fare gli schiavi.
Bisogna conoscere le cose prima di descriverle ed io sto entrando nelle informazioni. Mi sto in/formando.
Le navi...ma che ne sapevo io del fascino dei nostri trans/atlantici?
L'ultima ricerca è sulle navi da guerra chè devo descrivere un bacio.
Strano come tutto si collega con un filo che tengo in mano.
Da cuoca a sarta.