lunedì, giugno 28, 2010

un Pride "diverso"


























Siccome che nei giornali scelgono sempre le foto più trasgressive e si capisce anche perchè, volevo mostrarvi le foto del vero Pride.







Oh per carità...C'era di tutto, com'è giusto che sia.







Ho litigato con un signore che mi chiedeva, e voleva la risposta però, se una manifestazione del genere, se questo ostentare quello che siamo non potesse giocare a nostro discapito.







Ma ostentare cosa?







Ho anche litigato con un tassista e l'ho denunciato ai vigili.



Intanto mi fa piacere mettere le foto di un Pride che non vedrete mai sui giornali.
Ah...ecco...la signora bionda a destra nella foto della lista è la fidanzata.
E così ve la presento anche a voi.



































venerdì, giugno 25, 2010






Scusate ma sono in partenza...
Sui conflitti riprenderemo il discorso, mentre in questo momento si ferma tutto.
Perchè si va tutte e tutti al Pride di Napoli.
Non so se voi lo sapete ma un Pride non è soltanto quel corteo e quelle scene pittoresche che ci fanno vedere ai telegiornali ( quando ci fanno vedere qualcosa).
Il Pride è fatto di tante manifestazioni collegate fra loro.
Ci sono i vari Pride nelle varie città e un Pride Nazionale che, quest'anno è a Napoli.
A Torino, per esempio, il Pride è stato organizzato congiuntamente al Coordinamento TorinoPride, dalle Donne di Torino per l'Autodeterminazione e dal Collettivo Immigrati Auto Organizzati.
Per la prima volta in Italia queste diverse realtà hanno organizzato insieme una manifestazione, per affermare i diritti di autodeterminazione, laicità,
antirazzismo e antifascismo.
Si sono visti così manifestare insieme donne, studenti, immigrati, persone LGBT insieme ad una folta presenza della società civile (dalla CGIL alla
comunità di don Andrea Gallo, dall'ANPAS ai centri sociali cittadini).

A Palermo ha avuto una particolare importanza, vista la città e la sua collocazione geografica.
A Luglio vogliamo partecipare a quello di Treviglio per varii motivi.
Perchè è nel Bergamasco, perchè è in una piccola città...
Eh si. E' tempo di Pride e sono impegnata in giro.
Fra poco aereo e via:







ma poi TORNO !

domenica, giugno 20, 2010

pillole del seminario


Prima di ogni cosa abbiamo chiesto ad ognuna di scrivere le parole che per loro rappresentavano il paradiso.


Poi abbiamo fatto vedere un power point che spiegava cosa fosse un calligramma e abbiamo chiesto ad ogni gruppo di preparare con molta attenzione un calligramma con le loro parole che rappresentasse il paradiso.


Li abbiamo appesi alle pareti. Erano bellissimi.


Questo è il primo filmato. E' la parte che riguarda i conflitti in generale... Una parte con termini legati alla psicologia del lavoro o alle dinamiche dei gruppi.


Nel filmato ho cercato di alleggerire il tutto con l'ironia.


Forse ci sono riuscita perchè ridevano.


Dopo aver visto il filmato Piera ha chiesto ad ogni gruppo di prendere il proprio capolavoro, di tenerlo tutte insieme e di tirare con forza.


I lavori si strappano. Come i loro paradisi. Ognuna resta con dei brandelli in mano.


Poi Piera ha letto tutta la parte che ribalta il concetto di conflitto e che mostra la differenza fra i conflitti nei gruppi misti da quelli nei gruppi di donne.


Che metto nel prossimo post.


Si parla della nostra illusione ottica di paradiso, quando pensiamo al nostro gruppo.


Ed infine facciamo vedere un altro mio filmato che vuole essere un messaggio di speranza. Che metterò nell'altro post insieme al materiale e alla metafora del catalizzatore. Con la quale abbiamo finito il seminario.


Insomma, ho da lavorare. E voi, da leggere....


e da commentare.


giovedì, giugno 17, 2010

La disperazione ed il coraggio



Vado di corsa. Troppo di corsa ultimamente.
Finita la festa con tutti i 184
bambini e rispettive famiglie, prevista in giardino ma piove piove sul
nostro amooor
, e abbiamo dovuto inventare un qualcosa dentro in salone, e
poi ho cucinato le salamine avanzate dal picnic perchè non si vive di
sola mensa scolastica e poi di corsa al coordinamento dei consiglieri di
opposizione.

Siamo una lista civica, sono consigliere di minoranza e mi tocca immergere le mani in quella merda di politica.
Quella politica che mi annoia e mi stanca che oggi ci siamo impelagati con
l'assessore in una discussione infinita sulle piante che lui voleva fornire per abbellire la scuola perchè
offerte dall'amministrazione visto che hanno un appalto nuovo con la ditta di
giardinaggio ed essa quindi deve offrire gratis tanti servizi.

Chiamiamoli pure favori.
Che oggi poi, proprio al coordinamento, ho scoperto che la ditta in questione è stata inventata ad hoc da amici degli amministratori che, comunque e per cui, devono offrire i loro servizi e poi voti che darò a te favori che darai a me...la solita solfa ma io non lo sapevo quando non ho voluto le
piante perchè mi sembravano soltanto inutili e non c'era nessun gesto politico dietro il mio rifiuto ma il tutto però è diventato ostruzionismo e
ripicca.

Che se le piante sono gratis perchè non usarle?
Anche le piante diventano complicate in un contesto del genere.
E, a volte, è meglio non sapere.

Da dove arrivano le piante e che funzioni hanno quando cambiamo loro la propria funzione.
Che poi, oggi davanti al computer mi sono messa a ragionare su come è cambiata la vita delle lesbiche, su come
eravamo e come siamo e come tutto tanto è cambiato e quanta strada da quando andavo col motorino all'appuntamento dato ad una donna attraverso NoiDonne, settimanale o mensile? femminista, unico modo vent'anni fa per provare ad incontrare una donna
e la paura tanta di incontrarla che poi me ne sono anche andata perchè forse
non si è nemmeno presentata o forse si e non l'ho vista e chissà che storia sarebbe stata se le avessi dato un'opportunità.

E le file all'ufficio postale per ritirare le lettere al fermo posta che non c'erano
mai e la delusione e la vergogna e la paura.
E adesso la donna alta che porta i tacchi si ferma a parlare con la
mia vicina e le chiede dei suoi bambini prima di salire a casa mia ed io mi
stupisco di come possa essere facile per lei quello che mi sembrava, allora,
impossibile.
E ieri parlavamo mentre si camminava, mano nella mano, dentro una Brescia quasi autunnale del
fatto che io sono adesso quella che ero ma che ho impiegato troppi anni a
riappropriami di quella ragazza piena di belle speranze e di come molte donne nella mia vita, prima di lei, avevano il
problema del
" cosa fare"

mentre lei pensa al
" come fare"
e di come le sia facile intraprendere una strada ormai non così irta di disperazioni varie come mi sembra quella che ho percorso .
Io
E la disperazione non c'è più e il coraggio adesso ha cambiato nome.
Non richiede molto.



Vent'anni fa il livello minimo di partenza per una lesbica
era la solitudine, l'innamoramento per una etero, di solito la compagna di
classe o la collega che nemmeno lo intuiva, il silenzio in cui i propri
desideri, le proprie speranze finivano per cadere.
In tante si era partite da li', da quell'inferno, da quella
estrema solitudine, quel sentirsi gettate in un mondo che era e
avrebbe potuto essere solo ostile.


E forse mentre alcune erano ad ascoltare Mary Daly alla sala dei notai a Bologna altre come me e la
signora alta che porta i tacchi si vestivano coi loro vestiti da sposa e
andavano ad essere infelici in un matrimonio pensando fosse l'unica via
d'uscita.
Qualche altra magari si chiudeva in convento.
Parlavo del coraggio sotto la magnolia alle 5gl con la psicologa Daniela Ciriello che
presentava un seminario intitolato " Verso sè. Un percorso dalla vergogna
all'orgoglio".
Parlavo con lei della forza che dobbiamo trasmettere, noi che ce l'abbiamo
fatta.
E che dobbiamo raccontare, senza disperazione, di come possa ed è bello
camminare a testa alta ed essere se stesse, infondendo fiducia con i nostri
tentativi e i nostri successi più che le belle parole che si sprecano nelle
assemblee politiche e nei noiosissimi forum di discussione.
E le dicevo che volevo lasciare alle postere un filmato della vita che conduco con
questo figlio ritrovato e quanto poco tempo è passato da quando sognavo i
miei figli e una compagna e le amiche e gli amici per casa tutti insieme senza paure a
quando tutto si è realizzato.
E poi ho lasciato i pensieri e i ricordi per correre al coordinamento perchè ero già in ritardo sull'anticipo.
E non è bello.

E' li che ho saputo dell'intrigo delle piante e del perchè avremmo dovuto accettarle.
Perchè è tutta una politica volta verso all'apparire invece che al fare.
Però c'è un partigiano che si chiama Giannino e, ogni volta, se ne esce con la storia della sede dell'associazione ANPI che l'amministrazione ha dato ad altre associazioni (legate a comunione e liberazione) e lo dice tutto in bresciano che io capisco poco e, puntualmente, inizia una bella litigata.
Ma poi mi è arrivato l'sms della signora alta che porta i tacchi ed io mi sono alzata e ho detto che andavo, perchè era arrivata l'ora.
E' bello sapere che c'è qualcuno che ti aspetta mentre pedali nella notte e ti dimentichi di controllare com'è la luna.
Vuoi solo arrivare a casa.

domenica, giugno 13, 2010

conflitti


Ma guardate che faccia !
Sono tornata da Roma con nel cuore la gioia.
Siccome sono nel bel mezzo di una coda di conflitto,come gli ultimi danni di un incendio, un conflitto lungo, faticoso, che si è portato via tante energie, e siccome dopo l'esperienza del work shop, dopo le discussioni
intorno al tema, dopo l'immersione nelle ricerche, nel lavoro che ha
richiesto, sia per la parte laboratoriale che per la parte teorica, mi sento
diversa ( guardate che faccia !) più forte e meno coinvolta emotivamente. Più che l'antidoto ai conflitti mi interessa quel processo di alfabetizzazione di lunga durata che ci renderà, piano piano, conflitto dopo conflitto, sempre più immuni alla forza distruttiva dei conflitti stessi.
Si può vivere senza conflitti? Si può crescere senza conflitti?

Fra le varie letture sul tema, un pezzo illuminante, di Daniele Novara, fondatore del Centro Psicopedagogico per la Pace e la Gestione dei Conflitti ( CPP)

“Evitare il conflitto appare pertanto una scorciatoia sempre più impraticabile.
La violenza e la guerra, anche nei grandi drammi familiari che compaiono sui giornali, sono legate all’incapacità di stare nelle situazioni di tensione e conflittualità problematica e di gestirle.
Allo stesso tempo, possiamo dire che le buone relazioni consentono il conflitto, mentre le cattive relazioni lo impediscono, e stabiliscono una specie di tranquillità cimiteriale dove non è possibile alcun disturbo reciproco né comunicazione discordante e dove tutto sembra morire in un appiattimento conformistico.
Si potrebbe dire che finché c’è conflitto c’è speranza.

Perché la conflittualità consente di vivere le relazioni come vitali e significative, e quindi rappresenta l’antidoto naturale alla distruttività umana.
Occorre però un processo di alfabetizzazione di lunga durata.
La tendenza naturale dell’essere umano è piuttosto quella di ripristinare la simbiosi, intra ed extrauterina dei primi tempi di vita, che appare come un desiderio che risorge sistematicamente, il mito a cui ci si aggrappa nell’incapacità di accettare la crisi come occasione di crescita.
…e parlo di gestione non di soluzione, rimandando a una visione processuale e non finalistica.”


martedì, giugno 01, 2010

vado ma poi torno









Ciao belle e belli
Io vado alle 5 giornate !


Mercoledi 2 giugno
Ore 17:00 Salone - Un bagno di sangue! Guerriglia, guerra e apocalissi nei gruppi lesbici (Piera Zani e Rosi Polimeni)
e anche Domenica 6 giugno
ore 11:30


Abbiamo lavorato tanto ma il prodotto è bellissimo.


Io, come sempre, vado

ma poi


torno.


Ci sentiamo lunedì.