martedì, aprile 14, 2009

Pasqua e Pasquetta






















E per Pasqua ho deciso di far trovare a mio fratello una bella sorpresa. In quella sua testa da uovo sodo che fai fatica a trovare il tuorlo.
Mi sono messa in macchina con mio figlio e sono andata.
Ci siamo portati senza nemmeno perderci.
Sorpresa.

Quei 70 chilometri che ci dividono stanno su una strada dritta dritta. La strada degli alberi.
Quella che, ogni volta che la faccio, ricordo ogni lacrima e ogni risata. Ogni lunga o breve telefonata e ogni infinito discorso sul suo mal di vivere, sul vivere in genere,sui suoi infiniti perché e sui miei supponenti percome.
Che l’ho anche chiamata l’ultima volta che ho fatto quella strada.
La risposta la solita:
l’indifferenza.
Che mi fa male si ma, a caval donato non si guarda in bocca.
Forse è quello che sa dare,ma mia cognata mi ha preparato le lasagne e mio fratello mi ha cambiato la lampadina fulminata del fanale sinistro.
E però forse ci sarà quel tempo in cui metteremo insieme quei passi che facciamo e, magari ci balliamo un valzer sopra.
Servirà almeno ad un ballo questi passi che impariamo?
Aspetta e spera.
Dopo tre anni di silenzi sono andata a trovare mio fratello. Eppure non sta lontano e la strada è dritta dritta,ma i chilometri, anche se pochi, a volte sembrano anni luce.

E ci sono passata davanti a casa sua mille volte e non mi sono mai fermata, nemmeno per un caffè.
Eravamo, semplicemente, distanti.
L’unica persona fra le mie persone importanti alla quale ancora non l’ho detto.
“ se vengo vi disturbo? “
“ vieni sorella, vieni, che ho voglia di vederti “
Tre anni fa sono tornata con una bici nel bagagliaio e tanta rabbia dentro.
Era la macchina verde e mi ricordo che la bici non entrava ma lui l’ha fatta entrare ed io quasi non riuscivo a guidare ma lui mi ha mollata nella notte e c’era pure un temporale, orgoglioso, perché sapeva che sarei riuscita a portarmi a casa, insieme alla bici.


La strada dritta degli alberi, quella notte, l’ho fatta scoraggiata per essere così tanto sola e delusa con lui perché era, ormai, il marito di mia cognata e non più mio fratello.
La coraggiosa, la tosta. Macchè…sono solo parole e punti di vista.
Per lui sono sempre stata “ la comunista” e la lite politica pasquale non è mancata. Che per lui Berlusconi è Dio ed io non riesco a sopportare questo semplice fatto.

Fa tanto famiglia litigare per politica, principalmente a Pasqua se l’hai fatta con i tuoi. Ma mia cognata è arrivata in corner con le lasagne e, appena ha detto

“ BASTA”

abbiamo smesso. E chi si è visto si è visto.
Strano vedere in mio nipote vaghe somiglianze con mio figlio il grande e con mio fratello quello che è morto giovane.
C’è quello stesso modo di sorridere o di prendere il bicchiere in mano che unisce chi c’era a chi c’è.
E non si sono mai frequentati e non si sono mai visti.
Eredità per le quali non litigheremo ( spero) io e mio fratello mentre stiamo li, con i nostri tesori in mano mentre ci ricordiamo com’era, com’eravamo, come sono e come siamo.
Anche questa volta ho portato a casa una bici. Un’altra.
Che quella vecchia è bella che andata.
Si pedala qui a casa.




Quell’uomo li, ormai adulto,con la barba grigia e i pochi capelli è sempre quel fratello che mi picchiava ma le prendeva, per strada o sulle scale prima del terrazzo dove giocavamo con i sacchetti di sabbia fatti dalla mamma. Guardate la foto. E' la mia casa, com'era e com'è.

Quasi uguale.
E mi ha chiamata come mi chiamava e mi sono commossa nel sentire quel modo in cui nessun altro, ormai, mi chiama:
“Rosely”
E oggi Pasquetta.
Che le ragazze ( sempre attente) , si sono ricordate ma io dovevo mettere a posto lo stanzino ed invece ho preparato una pasta col pesto e sono andata alla scampagnata.

Belle le ragazze. Mi insegnano ogni volta, ancora, che vale di più la sostanza che l’apparenza.
Tenere le ragazze.Sanno abbracciare.

Siamo finite a giocare a Wii o qualcosa del genere in una casa accogliente. Bowling e tennis e a mangiarci i resti del picnic.
E quanto abbiamo camminato. Se solo mi fossi ricordata delle racchette che mi ha regalato quando camminavamo sugli stessi sentieri…
Che poi ho anche detto a Cinzia, che comincia a notarmi e non mi sento più trasparente:
“ Io ho voglia di cose semplici, come una fetta di pane o un bicchiere d’acqua dal rubinetto”
Perchè dopo aver tentato di costruire l’amore con i mattoni è arrivata la tempesta e quando ho usato le pagliuzze è arrivato il vento e quando ho usato le piume, una sopra l’altra, una sopra l’altra, come un nido che non soffoca, è arrivata la pioggia.
Ed è finito tutto nel tombino.
Non ripesco più niente,chessò un sorriso di quelli una tenera carezza un pensiero gentile, nemmeno con la canna da pesca che ho voglia di comprare e so che non comprerò.
Voglio un prefabbricato adesso che magari invito anche mio fratello e la sua famiglia a pranzo e preparerò le lasagne e litigheremo per la politica ed io penserò che glielo dico la prossima volta e lui, nel più bello della discussione, alzerà la voce per dirmi:
“ Ora basta Rosely ! Mangia le lasagne, che sono proprio buone”








giovedì, aprile 02, 2009

Ci sono novità !

Sapete che c’è?
Mi sento bella. Mi sento forte.
Si, sono un po’ ingrassata ma mi ci voleva e, adesso, dimagrisco un po’.
E che ci vuole? Basta smettere con il cioccolato.
Sapete che c’è?
Mi “ho” comprato un trolley arancione.
Alla faccia dei grigio perla o dei bordeaux, o, addirittura il nero che si addice di più a una signora e a quello che “ essa” deve per forza dimostrare:
di essere una signora.
Sapete che c’è?
Mi “ho” comprato una bellissima macchina fotografica.
Quattordicimegapixel. Hai voglia scattare !
E mio figlio la riempie di ditate, ed io nemmeno mi incazzo.
Le cose vanno consumate.

Sapete che c’è?
Mio figlio è un grande uomo anche se è soltanto un ragazzo.
Sapete che c’è?
La sindaca mi ha chiamata.
Mi vuole in lista e mi ha riservato un Assessorato.
Sapete che c’è?
Che è quello all’istruzione e alla cultura.
A me in persona personalmente medesima.
Con tutte le mie patacche. Con la mia bassa statura.
E anche se perdiamo, è già tanto.

Sapete che c’è?
Che a maggio compio 57 anni e che bella che sono con i capelli lavati, corti , sparati.
E me ne fotto, me ne fotto, me ne fotto.
Sarà una grande festa. Chè le amiche e gli amici non mi “hanno” mai
mancato
E sono tanti e tante. Qualcuno posso anche permettermi di perdere per strada.
Sapete che c’è?
Che mi guardo. Con questa vecchia tuta tutta ciancicata, con le ciabatte consumate e le calze bucate e mi diverto a pensare al mio Assessorato.
Prendo la macchina fotografica e mi scatto.
E mi dico:
“ Assessora…buongiorno , i miei omaggi.”
Sono foto colorate, chè quelle sbiadite le ho messe in una scatola bianca, comprata nell’angolo delle occasioni dell’Ikea.
E ci manca pure una fibbia. E’ tutta sgangherata.

Sapete che c’è?
Che ho finito il racconto che va inserito in una serie di altri racconti e me lo pubblicano e mi pagano pure.
Mondadori, mica ho detto un nome qualunque.
Troverete il libro negli scaffali delle librerie, mica lo vado a vendere porta a porta.
E, anche se sono storie lesbiche, voi le comprerete e anche le mie colleghe e anche tutta quella gente che conosco e che, forse, mi vuole conoscere meglio.

Sapete che c’è?
Che ora “ metto mano” al libro, al mio romanzo e mi deve avanzare del tempo per farlo.
Altrimenti lo procuro il tempo, perché c’è, c’è tempo.
Sapete che c’è?
Che sta per arrivare l’adsl. Tutto il tempo che perdo, morendo, sulle pagine che non si aprono, comprese le vostre, lo incanalo verso il libro e chi si è visto si è visto.
Sapete che c’è?
Che domani vado a fare il pap test e non mi troveranno niente, niente, niente.
Perché la salute è ottima, solo qualche solito acciacco.
E non è vecchiaia, è tempo che passa e che è passato.

Sapete che c’è?
Che ieri al corso si è parlato di fobie, del mare profondo, del significato della paura dei pesci, delle manie compulsive/ossessive, delle crisi di panico ed io mi sono sentita così fortunata di essere libera di fare di andare di tornare di soffrire bestemmiare maledire condannare ridere ridere ridere e scherzare e di non dover arrivare e tanto meno dimostrare di non essere quel che sono.
Io non ho nessuna mania. Io non ho paura del mare. E i pesci, a me, piacerebbe pescarli.
Sapete che c’è?
Che non mi manca niente, nemmeno l’amore, che, quando arriva arriva, come il Natale e, se non arriva, meno male meno male meno male.
Mica ho bisogno della first lady per fare l’Assessore.
Ho già una bella macchina fotografica per fotografare e un trolley arancione per partire e tornare.