mercoledì, novembre 26, 2008

ma quando riparte ?

che una entra in una sala piena di occhi e trova due occhi...
ed il cuore torna a battere.
Allora una si dice, funziona, funziona ancora e le ragazze, sempre ironiche ed amorevoli, ti dicono:
" Rosi, sono solo extrasistole !"

Allora inizii con una mail, poi gli sms e cerchi di chiarire che non vuoi niente, niente, ma solo sentire il tuo cuore, che ancora da segni di vita.
Il corteggiamento è faticoso ma è bello giocare a sentirsi vive.
Quella roba da adolescenti.
Se non mi risponde vuol dire che disturbo, se non mi richiama, vuol dire che non ha voglia di sentirmi...
E allora richiami la parte oscura credendo che, dagli ultimi segnali di vita, abbia voglia di riallacciare qualcosa, di soffiare sulla fiammella e capisci che sono solo le tue solite conclusioni affrettate, perchè, da quelle parti si viaggia secondo le occasioni e i desideri di giornata e capisci che, per ora, il suo telefono ha ricominciato a squillare , che ci sono messaggi notturni e chiamate inusuali e, quindi, tu sei soltanto qualcuna che è passata non quella che fino ieri poteva significare qualcosa. Le solite cose.
Le solite storie. Acqua passata mille volte sotto il mio ponte.
Storie di chi si lascia trovare e non sceglie mai e che cambia secondo i buchi pieni o vuoti delle giornate che passano, nonostante le domande che non si fanno mai.
E allora bestemmi e non dormi una notte, ti deprimi quella mezz'ora buona, ormai, mangi un quadratino di cioccolato e riprendi a guardarti intorno.
E, siccome sei abituata a scegliere e hai ancora qualche energia nelle tasche, inizii a cercare di conquistare quei due occhi trovati per caso in una sala piena di occhi .
E così si va ad una cena organizzata per caso dove per caso sai di incontrare quegli occhi , tutto preparato, come nei migliori casi, e già ti cominci a chiedere quale sarà il vestito adatto. Sabato ci provo a vestirmi bene.
Sarà che riparte?

Come in quei film che ami tanto dove ai moribondi danno la scossa ed il cuore ricomincia a battere, come per miracolo. In questo momento mi interessa l'effetto della scossa.
Che hai anche preso un palo in pieno, con la scusa di un'ape entrata in macchina e hai rovinato tutta la fiancata. Così non si può più vivere, con questi pali ad aspettarti.

Bisogna alzare il culo e andare.
Ma il corteggiamento è fatica e sono proprio stanca. Non ho più l'età ma ci provo a giocarlo.
Con lei ho fatto un ballo e il cuore batteva forte.
Non sono particolari da trascurare, di questi tempi di vacche magre.
Pedalare. Già la magia sta nel desiderio di farlo, di sentire, di nuovo, i tuoi capelli controvento.
Senza meta, solo per il piacere di tornare a viaggiare.
Di sentire questo cuore che batte.
Essere ancora capace di fare quello che si è fatto sempre:
Scegliere e anche sbagliare.


lunedì, novembre 17, 2008

DUE VOLTE GENITORI


Vado a Milano !!!
Vado con la mia amichina Cristina, che è proprio una delle due ragazze di questa famiglia meravigliosa che vedete nella foto.
Vado a Milano perchè oggi c'è la prima del film DUE VOLTE GENITORI, prodotto a cura di Agedo (Ass. genitori e amici di omosessuali) col finanziamento della Commissione Europea, nell’ambito del Progetto Daphne II “Family matters – Sostenere le famiglie per prevenire la violenza contro giovani gay e lesbiche”.
E' importante la cosa, e la notizia è su tutti i giornali. Non mi sarei mai aspettata anche il CORRIERE , mentre da Repubblica, vi incollo l'articolo di:
SARA CHIAPPORI
Quando la madre di Cristina ha trovato una lettera in cui la figlia diciassettenne si dichiarava innamorata di una coetanea, le è caduto il mondo addosso.
Pensava di non avere pregiudizi, di essere una madre aperta e illuminata.
Invece, quella scoperta l´ha devastata.
La sua storia, come quella di altri genitori i cui figli hanno fatto coming out, è raccontata nel documentario Due volte genitori di Claudio Cipelletti,
prodotto da Agedo (Associazione genitori e amici di omosessuali) e dalla Commissione Europea, e presentato in anteprima lunedì allo Spazio Oberdan con lo psicoterapeuta Gustavo Pietropolli Charmet.
Concepito come un viaggio lungo l´Italia da Nord a Sud, il film entra con pudore nell´intimità di queste famiglie, ricostruendo con loro la complessità di un rapporto interrotto e ritrovato tra genitori e figli.
Oltre a Cristina, ci sono anche Andrea, figlio di una coppia di insegnanti di Torino, Salvo di Palermo con la sua numerosa famiglia allargata, e decine di altre storie raccolte durante anni di ricerche.
«Questo non è un film sull´omosessualità, è un film sull´essere genitori» precisa Cipelletti, milanese, 45 anni, una laurea in architettura e una passione per il cinema che l´ha portato a realizzare numerosi documentari a sfondo sociale - «Le storie che racconto nel film sono a lieto fine, ma per arrivare a questo tutti sono passati attraverso anni di dolore.
La reazione dei genitori, anche nelle famiglie più progressiste, all´inizio è sempre di rifiuto, scattano il senso di colpa, la paura del giudizio degli altri, l´ansia del fallimento educativo, la solitudine che nasce dalla convinzione di essere gli unici ad avere il "problema" di un figlio gay».
Due volte genitori, che si apre con il Family Day del 2007 e conta su una serie di dichiarazioni rubate con una candid camera che rivelano quanto radicati siano i pregiudizi, è anche una riflessione sui diritti umani e civili in Italia, «ancora molto indietro nell´accettazione sostanziale e non solo formale degli omosessuali».
Il film inizia a girare in tutta Italia. Se avete modo di andare a vederlo, andateci che è molto bello e coinvolgente, e poi non si sa mai...
basta che vi guardate intorno.
Mi preparo e vado eh...Magari poi vi racconto...

sabato, novembre 15, 2008

La luna


Ma, l'avete vista?
Io l'ho vista dallo specchietto retrovisore, in una strada buia piena di alberi bui in aperta campagna.
E mi sono fermata per godermela.

Le fatine





Cos'è un meeting ? Mio figlio dice che sono " esercizi psicologici noiosissimi "ma non è così....
E' quando, due volte all'anno ci incontriamo e, siamo tante, svariate, belle, brutte, allegre, felici ed infelici, con grandi problemi esistenziali ( che hanno fatto venir loro la voglia di partecipare) e senza tanti pipponi mentali ( che hanno fatto venir loro la voglia di partecipare), da tutta l'Italia, donne che si conoscono attraverso i nick, attraverso la scrittura quotidiana, le telefonate, la lettura in silenzio della strada delle altre, e quelle che si conoscono anche di persona.
Il piacere di RI/trovarsi e di
RI/ conoscersi, un'energia in circolo che a volte colpisce ed altre volte lascia soltanto la voglia di
RI/tornare.
C'è sempre un gruppo di donne che organizza ed è faticosissimo organizzare un meeting, che non è la semplice cena o la semplice festa.

Cosa facciamo?
Giochiamo mettendoci in gioco, ma chi non vuole mettersi in gioco può sempre fare un giro intorno ai gruppi e ridere con noi, perchè si ride tanto.

Questo meeting è stato a Modena, organizzato da quattro ragazze con l'appoggio del gruppo di donne di Modena, che si chiama conTatto.
Insomma, avevamo un programma ricco, questa è stata la prima volta che abbiamo provato le due notti e tre giorni ed ho tanta voglia di raccontarvelo ma lo faccio un'altra volta, che oggi ho mille cose da sbrigare e devo farmi bella perchè la collega ( quella dei biscotti) fa il compleanno e ha invitato tutte e noi ci andiamo.

In salone mi dice che il locale è gestito da due lesbiche e di mettermi " in tiro" perchè lei ha un'amica che predilige il genere e le piacciono quelle un pò più vecchie...

Come se tutto fosse normale così com'è perchè è.
Ma non è un miracolo tutto questo?

Il meeting aveva come filo conduttore il RINGRAZIAMENTO ed è stato importante ricordarci che spesso dimentichiamo di ringraziare, è stato bello anche notare che c'era una specie di filo visibile che legava ringrazianti e ringraziate.
Come dire : " io do una mano a te, ma tu prendila però...e poi, allunga la mano a qualche altra che poi l'allungherà a sua volta..."
Il gioco delle fatine è stato uno dei più criticati all'inizio, però è servito per farci ricordare che dobbiamo tutte e tutti qualcosa a qualche altra persona.C'era una culla in mezzo sotto la quale dovevamo mettere i nostri nomi e sette fatine ( come quelle di cenerentola) dove dovevamo scrivere nella riga di sopra, chi erano e in quella di sotto, cosa ci hanno donato.Perchè non provate a farlo anche voi?Interessante è stato vedere come a qualcuna non sono bastate sette fate e ad altre due ne avanzavano, come molte hanno ringraziato se stesse mentre altre non ci hanno neanche pensato.Io ho scritto così ( e ci siete anche voi):





























ROSI

Mio figlio Danilo per il coraggio che mi da ogni giorno.
Mio figlio Roberto perchè mi ha insegnato la speranza.
Mio padre per il buon carattere che mi ritrovo.
Mia nonna pazza per la pazzia che fa parte del mio DNA.
Piera e Patrizia perchè mi hanno insegnato l'orgoglio.
Le mie colleghe e le amiche e amici del blog per la fiducia nel genere umano.
Chi mi ha molto amata e per come mi ha amata.
E voi? Ne avete sette fatine ?

giovedì, novembre 06, 2008

gesti quotidiani

Quando arrivo a casa, per prima cosa, accendo il computer cercando una mail che non arriverà mai. Cancello tutte quelle che parlano di Obama e mi tengo quelle che raccontano qualcosa.
C'è sempre una riunione ultimamente. Piglio e parto. Corro. Vado e torno.
C'è sempre un invito a cena ultimamente e anche io che invito.
Si cucina o si mangia quello che hanno cucinato. Dalla polenta nordica agli involtini messinesi.
Tutto fa brodo.
Mi tolgo le scarpe da tennis e mi metto le ciabatte e anche la felpina freek e mi metto la giacca di lana che mi ha regalato quell'altra, mille anni fa.
Ho acceso il fuoco per la prima volta ma è tornato il caldo.
Mi sono trovata in un letto con una ragazza bellissima ma me ne sono accorta che non sono ancora pronta ed è inutile cercare di trasformare la zuppa in caviale, e, di ritorno, ho pianto.
Pensavamo di essere in due su quel letto e ci siamo trovate in quattro.
Noi e i nostri due fantasmi.
Mi dicono che bisogna elaborare ed io abbandono qualsiasi posta in gioco.
Non baro e non gioco. Meglio un solitario.
E' quando guido da sola e quando mi faccio la doccia che non controllo i pensieri , e ultimamente sto troppo tempo in macchina e poi consumo acqua e non è bello.
E però la doccia bisogna pur farla anche se piange l'Africa.
L'amica si è dimenticata l'ombrello qui a casa, chè piove sempre e troppo ultimamente ma domani glielo riporto. Devo solo arrivare fino a Modena.
Ho trovato un ombrello alla stazione Termini e poi l'ho dimenticato al ristorante perchè portavo una bambina in braccio. Cosa c'è di più tenero di un bambino addormentato da riportare a casa?
L'ombrello l'ho rivisto in mano ad un vecchio in un bar mille chilometri lontano da Termini e mi sono ricordata di averlo perso. L'ha trovato lui l'ombrello che io avevo trovato.
Quante cose perdiamo per strada? Chi ce le riporta? Forse il vento di un giorno qualsiasi di novembre, forse mai perchè si mettono a volare.
E poi si lava e si stira che a me piace tanto il bucato profumato e, se proprio non ce la faccio a cucinare vanno bene i resti delle cene e dei pranzi o anche un kebab se proprio proprio va male.
E accompagno mio figlio a scuola tutti i giorni e mi tocca stare ferma mezz'ora nel traffico e altra mezz'ora per strada e allora penso e mi viene voglia di chiamare. E' così che ho cancellato i numeri dalla rubrica e non chiamo e non accendo nemmeno la radio.
Meglio non pensare. C'è tanto da fare ultimamente.
In televisione qualche programma preferito ma attenta a non addormentarmi sul divano chè poi mi fa ancora più male il braccio.
Punto le tre sveglie con uno stacco di dieci minuti ciascuna, prendo il libro in mano che racconta di altri dolori e mi consolo e poi allungo il braccio buono e spengo la luce, e crollo !