giovedì, aprile 29, 2010

happy birthday




non so quando sono nata ma pressappoco è fra venerdì e sabato.

Eppure mi hanno messo un Consiglio Comunale proprio il venerdì.

Non ci vado !

Dice che è un " Dovere Istituzionale" ma non ci vado lo stesso.

C'è la Notte Bianca qui a Brescia e arrivano le amiche e abbiamo organizzato per sabato un picnic con le salamine e tutto e mi dicono che dovrò essere li alle 8:00 insieme a un'amica che si sveglia sempre presto ( lei ) prima che arrivino " i Russi " e che dobbiamo prendere il posto mettendo la tovaglia e i piatti e preparare il barbecue e però... ALLE OTTO ??? però è un posto bellissimo accanto ad un fiume e c'è un bel prato, un bel prato verde vi ricordate Morandi?

E quando guardo quella signora allo specchio non mi riconosco. Non sono mica quella io.

Però ho comprato questi pantaloni nuovi che indosserò e sarà bello bello, e sarò bella bella bella, peccato che non ci siete ma ci sarete di sicuro.

E se piove, tutte nel mio solaio e ad arrostire salamine nel mio camino. Bisogna sempre avere la seconda opzione.

La tartaruga Rosi

domenica, aprile 25, 2010

corte dalle mie brame !




Corte delle mie brame
di Susanna Lollini

Se non fosse per il dispiacere dell’esito, potremmo dire che è andata meglio del previsto.
La Corte Costituzionale, come sapete, ha dichiarato inammissibile la questione di legittimità costituzionale di alcune norme del codice civile che disciplinano il matrimonio nel nostro ordinamento rispetto agli artt. 2 e 117 della Costituzione e l’ha dichiarata invece infondata rispetto agli artt. 3 e 29 della Costituzione.
Inammissibile perché non spetta alla Corte Costituzionale colmare il vuoto dovuto al fatto che i padri costituenti non si sono posti il problema del matrimonio omosessuale, estendendo alle coppie formate da persone dello stesso sesso la disciplina del matrimonio civile. Né d’altra parte le norme della CEDU o della Carta di Nizza che tutelano il diritto a sposarsi e a costituire una famiglia impongono tale piena equiparazione, al contrario, rinviando alle leggi nazionali che ne disciplinano l’esercizio non fanno che confermare che la disciplina della materia è rimessa al parlamento.
Infondata perché per quanto sia vero che il concetto di famiglia e di matrimonio non possono ritenersi “cristallizzati” all’epoca della Costituzione, l’interpretazione che si spingesse fino a modificare la norma per includervi ipotesi allora assolutamente non considerate (come il matrimonio tra persone dello stesso sesso) non sarebbe soltanto “estensiva” ma “creativa” e ciò non è consentito alla Corte. Del resto la non “omogeneità” (questo il temine esatto usato dal giudice estensore) delle unioni omosessuali rispetto al matrimonio esclude che possa ravvisarsi una “irragionevole discriminazione”.

Questi ultimi due punti mostrano forse un po’ la corda, traducendosi in petizioni di principio, come appunto il fatto che le unioni omosessuali siano cosa diversa dal matrimonio per cui non è discriminatorio - alla luce dell’art. 3 della Costituzione - trattarle in modo diverso; o il limite insuperabile della c.d. interpretazione additiva, dato che assai spesso in passato la Corte non ha esitato ad intervenire proprio con interpretazioni additive. Tant’è, sapevamo che la Corte non se la sarebbe sentita di farlo questa volta, in questa materia. Lo immaginavamo, lo avevo scritto. Resta quindi solo la via legislativa.

Detto questo però possiamo almeno consolarci con alcune affermazioni che restano importanti nonostante lo sconforto del risultato.

Si legge infatti nelle motivazioni alla sentenza in riferimento all’art. 2 della Costituzione (la norma cioè che “riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità”): “Per formazione sociale deve intendersi ogni forma di comunità, semplice o complessa, idonea a consentire e favorire il libero sviluppo della persona nella vita di relazione, nel contesto della valorizzazione del modello pluralistico. In tale nozione è da annoverare anche l’unione omosessuale, intesa come stabile convivenza fra due persone dello stesso sesso, cui spetta il diritto fondamentale di vivere liberamente una condizione di coppia, ottenendone – nei temi, nei modi e nei limiti stabiliti dalla legge – il riconoscimento giuridico con i connessi diritti e doveri”.

E’ vero che aggiunge subito dopo che la pur legittima aspirazione a tale riconoscimento giuridico di carattere “generale” non deve necessariamente essere soddisfatta equiparando le unioni omosessuali al matrimonio, ma mi pare che resti comunque una bella affermazione di principio, resa per giunta dalla massima autorità giudiziaria nel nostro Paese.

Viene da dire: come potrà il nostro Parlamento eludere un simile, aperto, esplicito, riconoscimento sociale? come potrà disattenderlo?
Mi sbaglierò, ma ho come l’impressione che i nostri politici sapranno dimostrarcelo. Ciò nonostante resta vero che rispetto a ogni evoluzione sociale ci sono dei punti che potremmo definire di non ritorno. Mi pare che nel nostro caso questa affermazione della Corte rappresenti esattamente uno di questi punti: due persone dello stesso sesso hanno il diritto fondamentale di vivere liberamente una condizione di coppia.

Se ci pensate bene nessuno finora lo aveva detto, né scritto, in un contesto così “ufficiale”, a parte noi, ovviamente!

Questa affermazione unita a quella secondo cui il concetto di “famiglia” e di “matrimonio” non sono dati una volta per tutte, ma ben possono essere nuovamente declinati oggi – sia pure ex lege e non per via giurisprudenziale - alla luce dell’evoluzione sociale e dei costumi, mi pare tracci una rotta ben precisa per il nostro legislatore.

Anzi in questo senso mi sembra particolarmente importante e significativa un’altra affermazione che si legge nella motivazione. Scrive la Corte: “Ne deriva, dunque, che, nell’ambito applicativo dell’art. 2 Cost., spetta al Parlamento, nell’esercizio della sua piena discrezionalità, individuare le forme di garanzia e di riconoscimento per le unioni suddette, restando riservata alla Corte costituzionale la possibilità d’intervenire a tutela di specifiche situazioni (come è avvenuto per le convivenze more uxorio: sentenze n. 559 del 1989 e n. 404 del 1988). Può accadere, infatti, che, in relazione ad ipotesi particolari, sia riscontrabile la necessità di un trattamento omogeneo tra la condizione della coppia coniugata e quella della coppia omosessuale, trattamento che questa Corte può garantire con il controllo di ragionevolezza.”.
L’interpretazione di questa affermazione non è unanime, ma mi sembrerebbe che la Corte abbia inteso affermare che indipendentemente da una equiparazione “generale”, non consentita in via interpretativa, nulla vieta che in casi specifici invece possano essere emesse sentenze che equiparano a tutti gli effetti una convivenza more uxorio tra due persone dello stesso sesso ad una coppia sposata, esattamente come è successo in precedenza per una coppia eterosessuale convivente rispetto ad una sposata.

Certo, a Roma c’è un modo per definire questo tipo di “consolazione”, ma in tempi in cui si torna a collegare “scientificamente” l’omosessualità alla pedofilia, affermazioni di questo tipo possono apparire quasi rivoluzionarie.


sabato, aprile 24, 2010

lunedì, aprile 19, 2010

Per un MOnDO POSSIBILE


Una cena al Centro Sociale che ci ha ospitate.
Abbiamo cucinato per tre giorni, sotto la guida della nostra cheffa.
Le ragazze al bar, quelle che hanno fatto il turno delle pulizie ( il prima e il dopo), le aiuto cuoca, ahimè anch'io fra loro con il microonde che si è bruciato, l'altro che non funzionava e lo sportello della grande cucina che ci cadeva sulle gambe le ragazze che prendevano le ordinazioni e le ordinazioni che arrivavano.


Un menu importante:

Lasagna vegetariana
Lasagna salsiccia zucca
Pasta gratinata ai formaggi
Insalata d'orzo
Humus con pomodori e piadina
Pollo arrosto
Pollo al curry
Ratatouille
TORTE SALATE:
Torta di cipolle
quiche lorraine
flan di erbette
gattò di patate





E i dolci ( buonissimi) preparati ed offerti da 4 delle ragazze.

E' stato importante prepararlo con le nostre mani, è stato importante lavorarci insieme per la riuscita, è stato importante dividerci i compiti.
Ha creato aggregazione e ci ha accomunate.

Dobbiamo portare Kasha in Italia ed il biglietto è già fatto.
Fare. Ecco. Fare.

Mentre Bertone spara minchiate, mentre il papa porta le scarpette rosse di Prada, noi ci riuniamo intorno ad un progetto e ci diamo da fare.
E' andata bene.
Sessanta persone.
Era mista Sandro, peccato, ti sarebbe piaciuta, ti sarebbe piaciuto il posto e le persone.
E ti sarebbe piaciuto condividere la tavola col miracolo. Persone che ancora resistono che si danno da fare contro qualcosa che ci sembra così lontana ma che ci coinvolge (o almeno dovrebbe) tutti perchè il mondo è qui, dietro la porta. Vederle...queste persone che ancora arrivano dietro certi appelli.

Sentirla, questa rete.
Siamo anche sul quotidiano locale
Bresciaoggi

Il filmato l'abbiamo presentato alla fine della cena. L'ho fatto io, vi piace?

Precede quell'altro che l'accompagnerà ( Kasha) nel suo giro per l'Italia.
Perchè Kasha verrà. C'è sempre un MOnDO POSSIBILE




giovedì, aprile 15, 2010

PARACULI !



Bertone: “pedofilia legata a omosessualità”


Il segretario di Stato vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone, durante una visita in Cile ha dichiarato che “è stato dimostrato da molti psicologi e psichiatri che non c’è legame tra celibato e pedofilia”: al contrario, “studi” non meglio precisati evidenzierebbero la correlazione “tra pedofilia e omosessualità”.

Insomma: PARACULI !


oggi la prima pagina migliore e' quella di liberazione:
Un'assemblea di vescovi e una sola parola: paraculi.
Spostare su di noi l'ignominia delle violenze e degli abusi fatti dai vari
prelati sui ragazzini e' quanto di piu' indegno e volgare possa esserci !


Meditiamo un pò?

...Che MERDA !

lunedì, aprile 12, 2010

quanta luce ultimamente...

Ascolta e guarda...



E metti gli occhiali da sole !



...quanta luce ultimamente...

lunedì, aprile 05, 2010

Va tutto bene

così...tanto per farvi partecipi...