domenica, settembre 20, 2009

R/ESISTIAMO

Ho imparato...sono tanto impegnata ad imparare per ora.
Ho imparato che si può fare !
i filmini...metterli sull'web...organizzare un sit-in...scendere in piazza...







sabato, settembre 19, 2009

sto imparando...

giovedì, settembre 17, 2009

nel centro del cerchio



Nel centro del cerchio io c'entro.

Sono quella nel centro del cerchio.

Quanta bella gente...quanta.

E quanti passi dobbiamo ancora fare ?
Tutti quanti.

quanti ce ne vorranno?

Intanto un bel cerchio.Di circa duecento.


Posted by Picasa

venerdì, settembre 11, 2009

scusate se annoio



Ma è un periodo di lotta. Siamo in piazza, siamo a cercare le piazze ( qui a Brescia la cosa sta diventando veramente difficile). Oggi un altro pestaggio.


Questa volta a Firenze.


Scusate se annoio ma vi vorrei tanto far partecipi.


E' un periodo di lotta che ci sta richiedendo tanta energia e tanta Santa Pazienza.


Cosa si chiede?


Che sia approvata la proposta di legge a prima firma Paola Concia (Pd) sull’omofobia che prevede l’inserimento nel codice penale dell’aggravante di reato commesso per finalita’ di discriminazione di genere.
Però, secondo me, non è con una legge che risolveremo il "problema".
Il "problema" lo si risolve nelle scuole, nelle scuole, nelle scuole.
Ma questa è un'altra storia è un altro post.
Intanto noi continuiamo a scendere in piazza. Compatti. Tutti insieme.
Oggi la notizia che Mara Carfagna propone ( finalmente) una legge che va contro se stessa:


"Una vera e propria barbarie".
Cosi' il Ministro delle Pari Opportunità, Mara Carfagna, ,definisce i recenti episodi di intolleranza contro gay e trans, in un'intervista al settimanale "Di Tutto", da oggi in edicola.
Mara Carfagna ribadisce "la necessità" di una legge contro l'omofobia già presentata dal PD e dice di "condividere" l'impianto.
"L'emergenza dei nostri tempi sta nel dover fermare questa emulazione di atti violenti con una presa di coscienza collettiva, che condanni l'intolleranza che sembra emergere nelle nostre città. Tutte le forme di violenza sono da condannare duramente; quando poi sono motivate da ragioni di discriminazione sessuale o per motivi razziali, si tratta di una vera e propria barbarie che non può essere giustificata in alcun modo. E' giusta l'aggravante per i reati che prevedono una discriminazione per ogni forma di diversità".
Il Ministro lancia anche un appello alle donne ("Unitevi e siate solidali") contro ogni forma di sopruso. L'invito arriva in occasione della Conferenza Internazionale Sulla Violenza Contro le Donne che si sta svolgendo in questi giorni a Roma.
Mara Carfagna ricorda le recenti affermazioni del sottosegretario di Stato americano, Hillary Clinton:
"Laddove alle donne vengono negati diritti e pari opportunitaà, li' c'è terreno fertile per ogni altro tipo di violenza ed estremismo, compreso il terrorismo".




Qualcosa si muove?

Intanto ci muoviamo. Insieme.
Mai vista tanta gente accanto.

martedì, settembre 08, 2009

ad ognuno i propri sogni

Da Repubblica on line OGGI:










"Via Cavour, lo striscione contro
gli omosessuali
Uno striscione con una scritta omofoba è stato affisso, stanotte, nei pressi di via Cavour, a Roma. Richiamandosi alla famosa frase pronunciata da Martin Luther King, la scritta ingiuriosa recita: “I have a dream. Froci al Colosseo, ma con i leoni”. “We have a dream” è anche lo slogan scelto dal movimento spontaneo di gay e lesbiche, che ha organizzato le fiaccolate romane anti-omofobia del 28 agosto e del 4 settembre. Lo striscione è firmato CMT, acronimo che indica la “comunità militante Tiburtina”..."
Se non l'hai fatto, leggi il post prima di questo !
Io, nel frattempo, vado a Milano.

Io, nel frattempo ,organizzo qualcosa anche nella mia città.
Io, nel frattempo, cerco di darmi da fare.
Io, nel frattempo ,mi muovo.
Io, insieme a tanti altri e tante altre, abbiamo un altro sogno.

lunedì, settembre 07, 2009

Siamo in piazza ! We have a dream














Molto impegnata ultimamente. Però voglio comunicarvi e voglio chiedervi di diffondere quello che sta succedendo.
Non ho molto tempo per spiegare. Ho trovato uno fra i tanti blog dove tutto è spiegato.

Se in una società esiste una discriminazione, la cosa riguarda tutti, etero, gay e indecisi.

Quindi, riguarda anche voi.
Stiamo preparando un sit-in qui a Brescia sulla scia del movimento nato a Roma attorno alle ultime violenze subite e che non intendiamo più subire ma...
Le persone omosessuali sono figli, figlie, fratelli, sorelle, amici di tutti voi che in questo momento sono esposti alla crudeltà di ogni pazzo che passa in virtù del loro essere parte debole, una fetta di popolazione cui lo stesso Ministro per le Pari Opportunità nega qualsiasi riconoscimento.
Una gran parte della società ci vede come macchiette, peccatori, gente frivola e viziosa, capace solo di fare discoteca in mutande sui carri.
Gente indegna di considerazione in quanto deviata.
Ecco perchè arrivano i fascisti, arrivano le bombe carta, i coltelli, i pugni, i genitori che uccidono i figli perché non riescono a sopportare la vergogna di una sessualità pubblicamente considerata come una perversione.
La discriminazione degli omosessuali non è (più) una faccenda degli omosessuali.
E’ qualcosa di cui gli eterosessuali devono prendere coscienza.
Io credo che dovreste esserci, che dovreste sostenere le fiaccolate.
Dare la vostra adesione, anche se simbolica e diffondete, diffondete il verbo, cavalcando l'onda.
Ed io confido nella grande forza dell'web e nella società civile.
Bisogna che tutti sappiano che siamo in piazza e che siamo in tanti e tante.
Insieme.
Corro

venerdì, settembre 04, 2009

Le radici dell'omofobia : analisi di Sofri su Repubblica

Più che incazzata, sono molto triste.


Le radici dell'omofobia

(di Adriano Sofri)

Un mio amico gay (sapete la frase: "Non ho niente contro l'omosessualità, ho anche un amico gay") mi dice che non sa bene che cosa voglia dire questa recrudescenza di odio e violenze omofobe, e nemmeno quanto sia reale.

Può darsi, dice, che la differenza principale stia nella reazione: oggi non siamo più disposti a passarle sotto silenzio e a lasciarle impunite. La violenza omofoba non si è mai fermata. Può darsi, dice, che l'incattivimento generale del nostro tempo la irriti di più: dopotutto, gli omosessuali sono da sempre lì a fare da bersaglio, loro e gli altri diversi per eccellenza, votati a far da capri espiatori, ebrei, zingari. Roma poi, dice, è la magnifica città d'elezione delle discriminazioni e dei razzismi. I fascistelli (grazioso diminutivo, quasi vezzeggiativo, come Svastichella) si trovano il piatto servito al giorno d'oggi: c'è la Gay Street, si va a tirare un paio di bombe, poi quando ti inseguono si tira fuori una pistola (una pistola intera, non una pistolella) e si torna al calduccio del proprio covo. Il mio amico vive in una grande città del centro in cui l'ultima aggressione a gay, peraltro fortuita, risale, dice, a due anni fa. Poi si scusa di dover chiudere la telefonata: sta uscendo per andare a una manifestazione contro la violenza omofoba.

Non mi accontenta la sua opinione, dubbiosa del resto. Non che sia un'opinione ottimista, al contrario. Vuol dire che l'odio contro i gay non ha mai conosciuto tregua, e non ne conoscerà per molto tempo ancora. Non mi convince l'idea della continuità. Mi pare che tutti i fenomeni del peggiore arcaismo e patriarcalismo, a cominciare dagli ammazzamenti di donne, abbiano un carattere modernissimo, siano insieme avanzi di passato e sintomi del mondo nuovo. Il futuro ha un cuore antico, diceva un bel titolo di Carlo Levi (che lo trovava uguale a se stesso, quel cuore, in Lucania o in Unione Sovietica). Si può anche paventare un futuro che non abbia più un cuore, ma ce l'abbia decrepito. Gli assalti premeditati ai luoghi conviviali gay, o la coltellata improvvisata a un angolo di strada - secondata o ignorata dalla viltà degli astanti - sono fortunosamente coincisi con la decisione di "gridare al mondo" - ha scritto così D'Avanzo - che "il direttore del giornale della Conferenza episcopale è un frocio!". Coincidenza che complica già le cose.


E a complicarle ulteriormente sta l'intreccio fra la posizione assunta dalla Chiesa in questo frangente, la posizione ufficiale e tradizionale della Chiesa sull'omosessualità, e lo speciale riparo di fatto offerto dalla Chiesa all'omosessualità (e, altra questione, alla cosiddetta pedofilia). Non è facilissimo tenere assieme il rigoroso e sdegnato ripudio dell'invadenza nella vita privata delle persone e la condanna delle loro private vocazioni sessuali. Le oscillazioni di questi giorni (ancora lievi, peraltro) nell'atteggiamento della gerarchia cattolica, spiegate acutamente dagli esperti con le diverse linee politiche concorrenti, sono anche in qualche misura legate a quella contraddizione. (Bisognava alla Chiesa esser prudente, ammoniva Messori ieri sul Corriere, e destinare il sospettato di gusti diversi ad altri incarichi). La stessa giudiziosa (a volte troppo) distinzione che la Chiesa ribadisce tra peccato e peccatore, non basta a trovare un equilibrio: oscillando a sua volta fra un'estrema indulgenza (credi forte, e pecca pure più forte ancora, magari a pagamento) e una colpevolizzazione devastante.

Alfredo Ormando venne dalla Sicilia in piazza San Pietro per darsi fuoco il 22 gennaio 1998. Un "atto inconsulto": come no. Lo aveva scritto lui stesso, qualche giorno prima, a Natale. "Vivo con la consapevolezza di chi sta per lasciare la vita terrena e ciò non mi fa orrore, anzi!, non vedo l'ora di porre fine ai miei giorni; penseranno che sia un pazzo perché ho deciso Piazza San Pietro per darmi fuoco, mentre potevo farlo anche a Palermo". Un atto "innaturale", per definizione: che a lui sembrò il più naturale degli atti: "Spero che capiranno il messaggio che voglio dare; è una forma di protesta contro la Chiesa che demonizza l'omosessualità, demonizzando nel contempo la natura, perché l'omosessualità è sua figlia".

Questione complicata, e insieme semplice fino all'imbarazzo. "Noi eterosessuali" dobbiamo pur pensarne qualcosa. Se non altro, per decidere se stiamo o no uscendo anche noi per andare a manifestare. Una volta, quando eravamo di sinistra e c'era la sinistra (di sinistra siamo ancora, molti di noi, la sinistra però non c'è più, o quasi), ci dicevamo che virilismo e omofobia sono connotati decisivi dei fascismi - magari per mascherare o rimuovere un'omofilia temuta - e dunque battersi per i diritti di gay e lesbiche era un capitolo del dovere antifascista. Oggi la correttezza politica dà così per ovvia la tolleranza nei confronti delle diverse predilezioni sessuali che la questione è pressoché accantonata. Le aggressioni contro i gay si moltiplicano, i gay rispondono, le autorità, per lo più maschie, hanno il gay village e la gay street cui far visita con le telecamere. E così via. A ciascuno il suo.

Agli eterosessuali maschi la loro normalità, spinta ogni tanto all'eccesso colposo di legittima difesa consistente nell'ammazzare moglie e figli, ex fidanzata o prostituta ignota dell'est, e poi tentare, quasi sempre fallendo, il suicidio. Sono dell'altroieri i dati aggiornati sugli omicidi in Italia. Quelli in famiglia hanno il primo posto e superano nettamente gli ammazzamenti di mafia: quanto alle vittime, sono per il 70 per cento donne. Fine della digressione sulla normalità eterosessuale. Torniamo alla violenza omofoba e alla sua eventuale modernità.

Sono persuaso che al fondo della questione dell'immigrazione straniera stia il fantasma della sessualità, lo spettro che si aggira per l'Europa e, più inaspettato e improvviso, in Italia. Evocato, del resto, dalla repellente ingenuità razzista, così facile a tradirsi. Frasi come "vengono a portarci via il lavoro" sono già meno frequenti di quelle: "Vengono a violentarci le donne". Non è vero che ci portino via il lavoro, come spiega la Banca d'Italia, né che ci portino via le donne, come spiegano le statistiche criminali. Gli italiani furono giustamente commossi e sdegnati dall'orribile violenza omicida di Tor di Quinto. Non hanno tratto abbastanza dalla lezione della strage netturbina di Erba. Gli immigrati arrivano alle nostre spiagge, provvisoriamente esanimi, come le avanguardie di un mondo povero e spaventosamente giovane e prolifico. Sono lo specchio rovesciato della nostra senescenza e della nostra demografia azzerata. Un tempo l'omosessualità era dannata come un peccato contro la specie e l'imperativo della riproduzione. Oggi non si può più trattare del "disordine sessuale" come di un attentato alla natalità, non esplicitamente. Ma sentirlo come un tradimento della famosa identità, l'indizio più scoperto della resa effeminata dell'invaso all'invasore, una quinta colonna del mondo povero e giovane e famelico che preme per cancellare i confini, questo può succedere, succede. Come sempre i razzisti, consapevoli o no - come i nazisti, che facevano di nascosto lo sporco lavoro aspettandosi il riconoscimento dell'umanità a venire - i fascistelli che aggrediscono un ragazzo gay stanno difendendo la nostra identità. Il nostro onore. Ci stanno difendendo, Dio ci aiuti.