lunedì, febbraio 22, 2010

se tu fossi qui


E se tu fossi qui avresti potuto sentirlo cantare
"amico fragile" seduto sul divano...
E se tu mi parlassi ancora io avrei potuto raccontartelo.
E la magia di Mantova coi ragazzi e quella delle loro risate sulla mia ultima avventura amorosa davanti ad una cioccolata calda, come se tutto fosse possibile e lo è.
Se tu fossi qui avresti potuto godere del vento e della magia del mercato.
E del loro abbigliamento e dei loro occhiali.
Ma se tu mi parlassi io avrei potuto descriverteli e avrei reso, perfettamente, l'idea.
E mi sono ricordata quella volta che non c'eri con me mentre giravo
per le stanze del Palazzo Te ma non sono riuscita a ricordarmi
se mi eri accanto ad una visita al Palazzo Ducale.
Ricordo solo che ho copiato dal muro, in un foglio di carta trovato per caso, parole per te.
Se tu mi parlassi ancora avrei potuto chiedertelo se c'eri o no con me
o se era quella o un'altra volta ancora quella che non mi ricordo.
Se tu fossi qui avresti potuto sentirlo raccontare di come si è specializzato in De Andrè e altri ancora e meravigliarti con me che ciò possa accadere.
Se tu mi parlassi ancora avremmo commentato il fatto.
De Andrè avrebbe compiuto 70 anni e loro sono così giovani.
Se tu mi parlassi ancora io avrei potuto raccontarti di come mi sembra magico che
i tre ragazzi conoscano quasi tutto il suo repertorio.
Molto più di te.
Ma anche Fossati ed altri che non immagini.

Tributi li chiamano.
Avrei voluto tanto vederlo in quello ai Rolling Stones.
Lo immagino più rocker che poeta immortale.
E con lui abbiamo parlato di quella sera in cui suonava in quel lido alla cena dei motociclisti con
coca panino e salame compresi nel prezzo.
Lui si è ricordato di te e del tuo disagio.
Se tu fossi qui avremmo potuto esorcizzarlo.
Quante risate. Adesso che suona in posti più colti, più raffinati.
Se tu fossi qui avresti riso e ti saresti ricordata.
E se tu mi parlassi ancora avremmo commentato sulla sabbia nelle scarpe
e sul suo repertorio. Ma tu non ci sei e non mi parli.

Evaporato in una nuvola rossa
in una delle molte feritoie della notte
con un bisogno d'attenzione e d'amore
troppo, "Se mi vuoi bene piangi "
per essere corrisposti,
valeva la pena divertirvi le serate estive
con un semplicissimo "Mi ricordo"

lunedì, febbraio 01, 2010

dimmi almeno " buona fortuna"

E si è presentata li, alla cena, con un vestito elegante, mi pare il gilet fosse Mariella Burani,
" sono venuta per te" e le professoresse di Italiano, di questi tempi, con una bozza di libro da correggere, e la spinta per finirlo, non va trascurata, e.
E il cielo oggi, al ritorno sembrava fatto col pennello e mi sono sentita nuovamente

" on the road" quella che va a vedere se.
Se una donna così piccola che mi dice di possedere una moto così grossa nasconde qualche sorpresa nel cilindro, come quei conigli ai quali ero così abituata ma coi quali non voglio mai più avere a che fare anche se è stato appena approvato un emendamento per estendere la caccia tutto l'anno. Vergogna, gentili signore e gentili signori.
E, a proposito di altro tipo di caccia e di altre prede, mi ha fatto sorridere il fatto che, dopo tanto aver parlato di frecce e di bersagli, vado a conoscere una signora dal nome Diana.
A volte, i casi.

E, fra tutti i " voglio" che le ho elencato, c'era quello di andare al cinema. Cose semplici come una fetta di pane e un bicchiere d'acqua e, al cinema, fra tante altre cose fatte, ci siamo anche andate.
Come quando volere è potere.
E ho potuto vedere quel single man di cui abbiamo parlato tanto e la mia visione resta quella che era. Un lutto negato fa ancora più male.

Erano gli anni sessanta e l'invisibilità totale era obbligo.
Che poi, tornando, sotto quel cielo arancione come quell'aquilone che ero quando volavo, sono passata davanti all'autogrill dove con quell'altra ci siamo fermate, sembra un secolo fa, a parlare del maschile e del femminile e di tutte le mie minchiate, visto che poi mi sono innamorata della sua ex, come dire, non tutto è matematica.
Qualche volta è anche Storia.

Adesso che ho i piedi per terra e tutto mi sembra impossibile, riesco ancora a mettermi in macchina. E a provare ad immaginare come sarà.
E poi quell'altro autogrill, prima di quella gita al lago, dove , davanti ad un caffè e sotto un sole invernale, ricordo che era appena passato Natale e che tutto sembrava possibile, però, poi, non lo è stato.
E in macchina, in un viaggio di ritorno, sotto un cielo così, come a dirmi che Dio esiste davvero, altro non si può fare che pensare.

Riempire la macchina di tutti i ricordi, sistemarli sui sedili e andare, andare, andare...c'è sempre come una magia nel tornare sane e salve a casa
che poi, c'è quella canzone li, e quell'altra, come faceva quella di Britti ? quella che diceva " dimmi almeno buona fortuna", come faceva? E sintonizzo la radio che graffia perchè è così che capita se non hai il cd giusto in autostrada e ti affidi alla radio che, magari parlano e fanno addormentare i ricordi che fanno troppo casino sui sedili posteriori, e mi parte proprio Britti, e pioveva pure ma era neve sciolta, che quella vera, c'era già stata.