giovedì, febbraio 26, 2009

Il drago e le paure del drago


Che poi io volevo raccontarvi della telefonata oggi, arrivata da casa, chè quando vedo sul display " casa Sicilia" mi si gela il sangue pensando a chissà quale disastro...e invece era mio figlio che mi chiedeva dove avevo messo il vestito di battesimo di suo padre, col quale avevo battezzato anche i miei figli.
Perchè sta nascendo un bambino in famiglia e le tradizioni sono tradizioni da seguire, e non ci sono scuse che tengano, anche se il possessore del vestito e il nonno del bambino che sta per nascere sono fratelli e si detestano di un atavico rancore nato dalle preferenze della madre verso il possessore del vestito che ce l'ha, mentre l'altro fratello no, anche se nato prima.
Il rancore dei primogeniti a volte fa stragi.
E mi sono catapultata in un passato che ho cancellato.
" Il vestito di battesimo di tuo padre??? Ma se si era impossessata la zia, sorella della nonna, per battezzare i suoi nipoti, che ne so io del vestito e di dove sia andato a finire? "
Mi sono ricordata i battesimi con i pranzi le bomboniere e tutto.
Non avevo sentito la chiamata perchè a scuola i genitori hanno preparato un carnevale cinese coi fiocchi, visto che stiamo parlando della Cina per ora coi bambini, che sanno tutto sulla muraglia cinese ma non sanno allacciarsi le scarpe.
E' che loro mi rispondono:
" Ma maestra...c'è lo strapp no?"
Ed hanno anche ragione.
Li avevamo preparati per far si che non avessero paura all'entrata del drago, e quando hanno chiesto cosa fossero gli spiriti maligni, io ho risposto :
" quelle cose che ci fanno paura"
Gli spiriti maligni sono le paure che abbiamo e il drago, invece di farci paura, ci protegge da tutte le paure.
E' che quando hanno visto tutti quei piedi sotto si sono rasserenati, anche se era un drago gigantesco.
Hanno intuito che il drago non poteva fare paura perchè era trasportato da persone che li volevano bene e che stavano facendo tutto quello per loro.
Erano come incantati davanti a quel drago così colorato che sembrava la Drag Queen dei draghi.
E allora mi sono messa a fare le mie metafore.
Sul drago e sulle paure che abbiamo del drago.
Se noi lo trasportiamo, tutte insieme il drago, chi la testa pesante, chi la coda leggera, il drago servirà a far scomparire le paure.
Quali sono le nostre paure?
La mia più grande è sempre stata quella della solitudine, che poi pensavo alla mia grande e protettiva vecchia famiglia, ( quella che mi cerca il vestito di battesimo mentre il drago attraversa il salone) alla quale sono rimasta attaccata per anni, proprio per questa paura, e alla mia nuova famiglia, fatta di un figlio, che divide con me tutte le nuove gioie e tutte le nuove paure e le tante amiche e le persone con le quali divido il mio impegno, quello di vita e quello politico.
Ero più sola quando litigavo per un vestito, che, chissà a chi toccava: a chi l'aveva riesumato o a quello per chi era stato fatto?
O sono più sola adesso?
Che non ho più quella grande famiglia?
E tutte le paure, quella di non farcela, quella della malattia abbandonata in una casa di cura, quella della vecchiaia solitaria e triste, se le porta via il drago.
Con tutti quei piedi che ci camminano sotto.
Che poi, sono i nostri piedi. Di quelle e di quelli che camminano e portano in giro il drago.
Che paure abbiamo?
E dove vanno tutti quei piedi sotto il drago?
Magari incontro alle paure.

domenica, febbraio 08, 2009

manca poco


ma manca veramente poco.
Ci sono i segnali ed io me ne accorgo.
Non chiamo più chiunque al mondo nei lunghi passaggi a livello, non mi fermo più nelle piazzuole per piangere di nascosto.
Manca poco.
Manca veramente poco.
Tutta quell'acqua infinita che ho rubato ai posti desertici, nella doccia, che la lasciavo scorrere come se potesse lavare ogni ricordo, non si consuma più tanta, qui in questa casa, ah Lombardia ricca di laghi fiumi e canali che mi ha permesso di fare certe docce.
Se avessi vissuto in Africa, sarebbe stato diverso.
Ed ogni cosa, ogni cosa come se fosse poca , adesso, sembra qualcosa.
Manca poco.
Ho tolto dal letto il cuscino dove appoggiavo il braccio,chè nemmeno fa più male.
Sarà stato il cortisone ma, intanto, mi è passato.
Passa, passa. Manca poco e poi passa.
Ancora c'è da superare alcune scene alla tv che mi ricordano, alcune frasi fortunate che non sono e non saranno le mie. Ancora cambio canale pur di non sentire ma, fra un pò, tutto tornerà normale ed ogni scena sarà una scena qualunque ed ogni frase, quella detta da altri e non pescate nei ricordi.
Manca poco, io lo so, me lo sento.
Il piumone, fra un pò, lo sostituisco con una coperta.E, quando meno me l'aspetto, arriva primavera.
Mancano altri quattro o cinque libri da leggere di corsa, manca un viaggio forse in Messico, a costruire forni, manca qualche nuova foto da mettere nell'album ed il desiderio di un frigo nuovo.
Altre cene dall'indiano,dei giri in moto,in canottiera,urlando di felicità nella città vuota ed accorgermene che sarà già passato un anno.
Manca poco, manca veramente poco.
Ho mangiato dei biscotti integrali, gnucchi, e non mi sono ricordata che.
Ho persino riascoltato De Andrè.
E' quello spazio che divide il prima dal dopo, è quell'attimo.
Che dura quel che deve durare ma che, poi, passa.
Se avessi un timer lo posizionerei in quel momento esatto.
Quando tutto ritorna ad essere quello che è sempre stato.
E non ho altri desideri,voglio solo che passi, che passi, che passi in fretta e di corsa.
E' come quando guardavo la rosa che insisteva a non staccarsi dal gambo mentre mia madre era morta.
Quel giorno che era sbocciata.
E' durata quel che doveva durare, poi, un giorno, si è staccata.
Era una rosa rossa.
A nanna adesso chè domani è una lunga giornata.
Oggi a fare il banchetto nella festa della Cgil, contro la crisi, per Eluana e per No Vat , che sabato si manifesta a Roma e per uno stato laico, che quando lo diventa è sempre tardi.
Domani è lunedì e c'è da sostituire a scuola , la colleghina mi aggiornerà sulle sue iponcondrie e, la pioggia, speriamo, non ci sarà,di sera, dopo un cinema, asciugare le lacrime a chi me le ha asciugate.
E' un fazzoletto che gira e che deve girare.
Martedì c'è da preparare la presentazione della scuola.
Riunioni, che non si vive d'altro, ultimamente.
Mercoledì la si presenta e poi arriva il giovedì con la radio e l'incontro al pianeta, incontri che facciamo sulle parole di un gruppo.
Questa volta tocca al " piacere"
E poi arriva il venerdì e forse si va ma è per sabato che decido se andare o rimanere.
Che dite? Vado? Ma anche se resto ci sarà da fare qualcos'altro.
E, nel frattempo, passa, senza che io me ne accorga.
Buonanotte.

domenica, febbraio 01, 2009

notizie dai fronti

Sarebbe bello ricordare, nella giornata della memoria, oltre alla Shoa, la persecuzione degli altri gruppi vittime della barbarie nazista.
Oggi non partono più i treni per Treblinka ma, nel retrobottega di una certa mentalità fondante la nostra cultura e società, il disgusto per il diverso, chiunque egli sia, è come un reattore nucleare fuso che non è mai stato spento, che ancora brucia e brucerà forse in eterno.
Però, cerchiamo di fare qualcosa, altrimenti, chi regala loro un po’ di speranza ?

Se potete, andate a vedere Milk, forse si capisce qualcosa.



E’ un fronte.
E, a volte ci si domanda:
“ Chi me lo fa fare?”
Come mi stavo chiedendo io, stanca, prima di entrare al cinema quella sera.
Bisogna andare, bisogna dire, bisogna fare, anche se siamo stanche.

Qui a Brescia abbiamo manifestato contro il gruppo Lot ed il loro processo di guarigione nei nostri confronti, stregoni manipolatori che si approfittano della paura delle persone e giocano con i loro sentimenti, demonizzando quello che l’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce una variabile naturale dell’identità e del comportamento umano.
E stiamo ancora qua, a protestare nelle piazze…
Un ragazzo è riuscito ad infiltrarsi



Non è sempre divertente. A volte, è stancante.
Forse non è un caso che la condomina PASSIONARIA ,con due esse di proposito, è quella che è stata scelta di più nel gioco dei condomini.
Mentre la Manu parte per l’Uganda a trascorrere le sue tre settimane di vacanze in un villaggio e noi qui, prepariamo medicine e abiti, lei è la presidente del Pianeta Viola, andrà anche a trovare dei gruppi lesbici in Africa, un po’ di speranza, suvvia, un po’ di speranza…
E Frederique è nel Chiapas a costruire forni perché le donne indigene possano cuocere il pane. La speranza, la speranza…
Noi qui in piazza, cene, radio, incontri…la speranza…e una vita piena.
Certo, a volte non è facile, a volte sto qui a fare i miei miseri conti anch’io e allora mi taglio i capelli e, come Sansone al contrario, riacquisto la forza.
Cortissimi questa volta.
Siamo andate alla Provincia a bussare alla porta,e siamo riuscite ad avere, oltre ad altri patrocini,anche il patrocinio della Provinicia di Brescia: 2 volte genitori, pubblicizzato anche nel sito della CGIL. Lo diamo qui a Brescia.
La speranza, la speranza….
Andate a vedere Milk, vale la pena e, forse, si capisce un po’.
Perché, se ognuno ed ognuna facesse la sua piccola o grande parte, forse, questo mondo sarebbe migliore.
Ho sempre la dolorosa ombra del mio fantasma nel castello ma non mi fermo sotto il piumone, Solo ogni tanto, solo ogni tanto, quando vado in astinenza di pianto.
Andiamo…..