giovedì, ottobre 18, 2007

PROGETTI della Dani


rro, fiore, ti va di leggere?non ci resta che divagare.....
PROGETTI
Uscendo ha detto che tornerà alle 18,45. Sono le 14,30. Ho all'incirca quattro ore per fare tutto. Al rientro voglio che mi trovi già fredda.Devo agire con la massima cura, non posso permettermi di sprecare l'ultimo pomeriggio.
Questa idea del suicidio mi ha colta impreparata. Non sono neppure tanto depressa. E dire che al liceo è stato il mio pensiero-rifugio,almeno una volta alla settimana. Una vera vocazione. Ma troppi ripensamenti, inutile anche provarci. Certe decisioni vanno prese così, d'impulso. La verità sta in quell'attimo di distrazione che ti sgombra il cervello e non c'è più meta, colpa o felicità, perché le cose sono quelle che sono, il resto soltanto un modo particolare di vederle.
Faccio il bagno: distende i muscoli e aiuta a concentrarsi.
Chissà cosa pensava guardando il futuro sul cemento del cortile:diciassette anni, gambe da ballerina e un volo dal quarto piano.Insondabile. No, io no. Il vuoto mi terrorizza già con l'aereo,figuriamoci senza. Eppure salutare il mondo a testa in giù dev'essere quanto meno di effetto. A parte l'annichilimento negli occhi naufraghi dei suoi genitori sordo-muti.
Partendo dal presupposto che non voglio uscire di casa, escludendo quindi l'annegamento, la ferrovia, gli scarichi dell'automobile, gli psicofarmaci che dovrei comprare - ma senza ricetta, dubito - simulare una rapina in banca per farmi trapassare dalla buona mira di un impavido sorvegliante o spingermi fino al ponte sull'Adda per un jamping senza elastico, mi restano:
l'avvelenamento da pesticidi e sostanze tossiche, tipo Viacal - morteorrenda, non se ne parla;
l'impiccagione - mia madre ha minacciato così tante volte di appendermi che potrebbe restarci male;
il gas - meglio di no, troppo pericoloso;
il canonico e femminile taglio delle vene, quello che preferisco.
Massima rappresentazione della fuga. Un cadavere esangue è un corpo abbandonato che genera sconcerto. C'è qualcosa di sacrale e blasfemo insieme nel sangue gettato via con i suoi ingombranti significati:passione, appartenenza, sacrificio, coraggio, discendenza, ritualità.Uhf! Un intero sistema di valori supremi. Per le donne è invece così normale perderlo. Una mestruazione radicale.
Dovrei approfittare di essere già nella vasca, la lametta a portata di mano, una incisione rapida e la vita diluita in un bel rosso annacquato. Ma posso andarmene senza neanche due righe? Potrei rendere la scena un po' truculenta, scrivendo col dito tinto nell'anima, che so, "perdono", in stampatello incerto sulle piastrelle: ultimo gesto cosciente prima dell'oblio. Già visto. Condannati alla ripetizione:prigionia del XX secolo.
Ci vorrebbe un'interpretazione autentica, personale. Qualcosa che dopo lo sgomento iniziale, lasci a chi resta una rassegnazione felice.Niente di quelle mille schegge di perché, che lacerano nel rimorso.Poveretti. Devono pur sapere che non potevano farci niente.
Sono già le 16,30. Vado a farmi un caffè e poi una bella sigarettina.Obbligatorio, vista la circostanza. I condannati li fanno persino mangiare. IDEA!! Perché lasciare che tutto questo sangue scivoli via nel gorgo indifferente dello scarico? In fondo è un organo come gli altri! E' così nobile donare una parte di sé! Con soddisfazione di tutti! Chi guarisce nell'eterna gratitudine e chi lenisce il lutto nella rinascita del "caro estinto". Siamo nell'era del riciclo! Paolo ha il cuore di Peter che aveva il fegato di Gabriela, che a sua volta vedeva con gli occhi della piccola Marion, deceduta nel tentativo di impiantarle i reni dello sfortunato Abdul. Un corpo trapiantato è democratico, multietnico e socialmente compiuto. Ah, se Freud fosse qui!
Dunque, mi servono due capaci recipienti possibilmente sterili, due imbuti e il cerotto per fissarli ai polsi, la sedia coi bracciuoli, e ovviamente le lamette. Dimenticavo il ghiaccio! Bisognerà pure che si mantenga fresco, metti che mi trovino tardi. Già me le vedo le facce sbigottite dei poliziotti di fronte al cadavere di una suicida con la scorta di sangue! La corsa in ospedale a rifocillare le membra esauste di qualche sventurato e mia madre - eh sì il dolore più grande è sempre della mamma - che affranta, ma orgogliosa davanti alle telecamere del Tg dice: "Aveva un cuore grande così!"
Apoteosi dei sentimenti cablati.
Devo sbrigarmi: Il tempo non concede divagazioni. A proposito, quanto impiega un individuo con i polsi aperti a morire dissanguato? Quando lo saprò non lo saprò più. Dove l'ho letto?
Questo caffè, sarà ch'é l'ultimo, ha un sapore migliore.
Altra questione: dove collocare la scena. L'ambientazione ha le sue regole: non posso mancare di drammaticità. In questo ingresso-soggiorno-cucina-pranzo sarebbe sfacciato e privo di riguardo. Il primo che entra si trova catapultato in un incubo. Poco poco gli viene un infarto. Gli appartamenti di moderna concezione hanno abolito tutti quegli spazi, come l'ingresso che dicono inutile,che invece erano fondamentali. Una zona franca prima di immettersi nel focolare domestico, dove l'estraneo non si sente inopportuno e non viola l'intimità del proprietario. Invece, sacrificati all'insegna del razionalismo tedesco. Evviva. E io qui metto un bel cartello che avvisa l'avventore di andare nell'altra stanza con cautela e di aspettarsi il mio corpo prosciugato e se gli manca il coraggio può sempre chiamare la polizia, o chi gli pare.
Mi sembra ci sia tutto. Sono le 17,10. E' ora. Non mi sono mai sentita così determinata.
Ma che acciden... " CIAO! Come mai in anticipo?"
"Capisco. No, io...io niente. Facevo progetti."
L'ha scritto la Daniela.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ma " la Dani" è un pò depressa?
Comunque,scritto bene. Complimenti a lei.