domenica, giugno 13, 2010

conflitti


Ma guardate che faccia !
Sono tornata da Roma con nel cuore la gioia.
Siccome sono nel bel mezzo di una coda di conflitto,come gli ultimi danni di un incendio, un conflitto lungo, faticoso, che si è portato via tante energie, e siccome dopo l'esperienza del work shop, dopo le discussioni
intorno al tema, dopo l'immersione nelle ricerche, nel lavoro che ha
richiesto, sia per la parte laboratoriale che per la parte teorica, mi sento
diversa ( guardate che faccia !) più forte e meno coinvolta emotivamente. Più che l'antidoto ai conflitti mi interessa quel processo di alfabetizzazione di lunga durata che ci renderà, piano piano, conflitto dopo conflitto, sempre più immuni alla forza distruttiva dei conflitti stessi.
Si può vivere senza conflitti? Si può crescere senza conflitti?

Fra le varie letture sul tema, un pezzo illuminante, di Daniele Novara, fondatore del Centro Psicopedagogico per la Pace e la Gestione dei Conflitti ( CPP)

“Evitare il conflitto appare pertanto una scorciatoia sempre più impraticabile.
La violenza e la guerra, anche nei grandi drammi familiari che compaiono sui giornali, sono legate all’incapacità di stare nelle situazioni di tensione e conflittualità problematica e di gestirle.
Allo stesso tempo, possiamo dire che le buone relazioni consentono il conflitto, mentre le cattive relazioni lo impediscono, e stabiliscono una specie di tranquillità cimiteriale dove non è possibile alcun disturbo reciproco né comunicazione discordante e dove tutto sembra morire in un appiattimento conformistico.
Si potrebbe dire che finché c’è conflitto c’è speranza.

Perché la conflittualità consente di vivere le relazioni come vitali e significative, e quindi rappresenta l’antidoto naturale alla distruttività umana.
Occorre però un processo di alfabetizzazione di lunga durata.
La tendenza naturale dell’essere umano è piuttosto quella di ripristinare la simbiosi, intra ed extrauterina dei primi tempi di vita, che appare come un desiderio che risorge sistematicamente, il mito a cui ci si aggrappa nell’incapacità di accettare la crisi come occasione di crescita.
…e parlo di gestione non di soluzione, rimandando a una visione processuale e non finalistica.”


31 commenti:

Lillopercaso ha detto...

Ma questo post sui conflitti mi piace proprio tanto!!
Ora è tardissimo, devo rileggerlo con calma e pensarci un po' su.. ma per farla facile, andando nel personale:
Quanto 'litigare' con persone care... ma farlo con amore si può, non lascia tracce di malanimo, anzi...
Bè, per ora ti do la buonanotte qui. A presto, spero.

Koredititti ha detto...

è vero che si cresce con i conflitti.. vero davvero.. gestire il conflitto interire e con gli altri ..interessante..

Anonimo ha detto...

le buone relazioni consentono il conflitto, mentre le cattive relazioni lo impediscono, e stabiliscono una specie di tranquillità cimiteriale dove non è possibile alcun disturbo reciproco né comunicazione discordante e dove tutto sembra morire in un appiattimento conformistico.

Io questa me la copio e poi l'ingrandisco e poi la faccio incorniciare e poi l'appendo nell'aula dove si va a programmare, dove tutte sembran semore anmiche di tutte e poi appena giri la schiena ti pugnalano, dove appena cerchi di parlare iniziando la frase con un "ma" ti inchiodano con lo sguardo pensando "e adesso che vorresti dire? non vorrai mica far casino, eh?"....... sì sì, lo faccio.

Però... pensandoci bene, dovrei appenderla anche in casa mia, davanti agli occhi di Peter Pan e dlla Principessa sul pisello...

Grande Rosi... ma Grande Grande!

Ciao
Giusy

rosipoli ha detto...

ragazze...sui conflitti, principalmente in quelli nei gruppi di donne, mi sono fatta una cultura e ho trovato il giusto atteggiamento.
Vi riempirò di concetti.
Vedrete,si guarda il problema da un'ottica diversa e si trova il modo di starci dentro, senza soccombere.
Corro a scuola
Ancora.

Anonimo ha detto...

Anch'io avrei tanto da dire sulla gestione dei conflitti, ma mi ci vorrebbe il doppio del tempo che ho... Sai la mia esperienza in Bosnia mi ha insegnato molto, grazie per questo interessantissimo post Rosi, un abbraccio, Hannah

Anonimo ha detto...

non ho capito quasi niente
adesso provo con il vocabolario on line
che volete sarò ignorante
ma forse più pratica e campo è meglio che la teoria
perchè tra 20 anni saremo ancora qui
io no
terry

Koredititti ha detto...

allora è per questo che quando una persona per non vale nulla evito di discutere...ritengo non valga la pena..
Ottima l'idea di Giusy, l'appendo in aula -collegio.

rosipoli ha detto...

Ancora sui conflitti...eh non vi lascio in pace così eh no.
Dopo che abbiamo lavorato mesi e mesi e abbiamo capito, abbiamo capito. Vorrei tanto mettere il filmato. Magari si può sostituire la parola " gruppo lesbico" con qualsiasi altro "aggettivo " che so " gruppo di donne","gruppo di amiche"...vediamo se ce la faccio, Intanto per chi li ha attraversato, questi bagni di sangue, un altro pezzettino della relazione:


In primo piano c’è la fiducia. Come nei rapporti d’amore “Mi fido di te” significa: “Non mi farai mai volontariamente del male”. Finché rimane la fiducia non si entra mai in conflitto, ci si ritira finché si può, si accettano le differenze, ci si capisce al di là delle parole dette. Finché rimane la fiducia ti credo e non importa quello che fai perché volontariamente non mi farai del male.

Quando esplode il conflitto significa che la fiducia è stata, a poco a poco, erosa. Non c’è più possibilità di comunicazione perché non ci siamo scambiate parole ma emozioni, e le emozioni esistono nella sincerità totale del vissuto, non ammettono ripensamenti o rettifiche o manipolazioni.
Penso che la meraviglia più grande sia questa, quando crediamo alle semplici parole, quando diamo fede e fiducia alle parole di un'altra. E in effetti la fiducia è un pegno, "la cessione di qualcosa da restituire a certe condizioni". Tant'e' che i Romani avevano pure il processo apposito, fiduciae iudicia, per quello che per noi è il reato di truffa.

Eppure, benché le premesse dovrebbero renderci guardinghe, di primo acchito ci muoviamo nel mondo con fiducia, ci affidiamo e confidiamo nelle altre. A rendere possibile la comunicazione è la fiducia.
Ma che succede a un certo punto? Ad un certo punto ci si accorge che le parole girano a vuote, che si dice
una cosa e se ne intende un'altra. Ed è la meraviglia , la sorpresa il primo sentimento, perché le mie parole
non arrivano? Perché risuonano a vuoto? Che cosa e' successo?

rosipoli ha detto...

Titti
Il conflitto è un'altra cosa.Le discussioni possiamo anche evitarle con chi non ha a che fare con noi e con i nostri progetti.
Lavorativi, di vita, di impegno politico...
Non è una discussione. E' un incendio che brucia tutto quello che avevamo costruito con fatica.
Ma è necessario. Perchè dopo che brucia, che si porta via i vari rami e le nuove piante che le buone relazioni hanno consentito si formassero, dopo un piccolo periodo di sbandamento, tutto si ricrea. Più forte.
Basta sapere questo.
E non importa aver vissuto mille conflitti. Ci caschiamo sempre. Perchè siamo esseri fiduciosi, perchè non perdiamo mai la fiducia.
Iniziavamo il lavoro con la storia di Sigfrido:

Per uccidere il drago, fu consigliato a Sigfrido di scavare una fossa, posizionarcisi dentro, e aspettare che il mostro si posizionasse sopra, per poi trafiggerlo. Un vecchio, sotto le cui spoglie si celava Odino, consigliò al giovane di scavare molte buche per far defluire il sangue e farci il bagno dopo aver ucciso il drago; infatti immergersi nel suo sangue avrebbe conferito al giovane il dono dell'invulnerabilità.
Così il giovane seguì scrupolosamente il piano congegnato e uccise il drago e si immerse completamente nel sangue, ma una parte del suo corpo, la spalla, rimase intatta perché una foglia di fico si era posata su di essa
E' quella fogliolina che ci frega Titti,quella fogliolina...

Anonimo ha detto...

Io penso che senza quella fogliolina saremmo perfetti Rosi e non umani, onnipotenti e immutevoli. In quella fogliolina sta tutta la vulnerabilità insieme alla ricchezza, al potenziale costruttivo-distruttivo che abbiamo nelle nostre mani come opportunità da gestire.
Dapprima si procede a casaccio, tra errori e buone riuscite, da quelli -sempre che lo si vuoglia- si comincia ad avere comprensione, consapevolezza e pian piano si diventa adulti responsabili delle nostre azioni. Penso che più accettiamo il nostro essere responsabili e più ci rendiamo conto di quanto persino le parole apparentemente più banali siano strumento fondamentale d'azione nelle cose del mondo, le quali da sole possono anche uccidere o guarire...
Buona giornata Rosi e grazie per averci "istigato" a riflettere su queste cose, Hannah

Anonimo ha detto...

Ciao Titti sono Terry
scusami ma non ho capito
che significa
"allora è per questo che quando una persona per non vale nulla evito di discutere... ritengo non ne valga la pena"
Io penso che per tutte le persone ne valga la pena
perchè forse prima di giudicare bisognerebbe avere il cuore di conoscerle, forse perchè non tutte vengono da esperienze e professionalità intellettuali, forse perchè non hanno potuto fare la terza media per andare a lavorare in fabbrica magari 10 ore al giorno per aiutare la famiglia, cosa pensi che capiscano o che io capisco di finalistica, processuale, simbiosi intra ed extra uterina?
allora lasciate indietro tutte queste persone che sono il tessuto del nostro paese e voi la minoranza? o una casta di intellettuali che però chiedono come è doveroso che sia i diritti di tutti etero e omosessuali..
come possono capirvi se continuate a utilizzare questi linguaggi raffinati manco fossero ancora vivi il Leopardi o il Dante?
Però non ne vale la pena, no?
Io sono una povera ignorante intelletualmente ma non lascierò mai indietro nessuno perchè per me ne vale sempre la pena....

Koredititti ha detto...

@Terry, hai ragione, mi sono espressa male, in effetti le mie parole sono stae interpretate da te, nell'unico modo interpretabile, non avendo espresso pienamente il mio pensiero.
Scusa.
Questo mi capita quando prendo confidenza in una situazione copme qui da Rosi.
Quando decido che con una persona non vale la pena discutere (diverso da entrare in conflitto..come dice giustamente Rosy).. Vuol dire che con questa persona ho affrontatol'argomento in tutti i modi, con tutte le strategie, ma per la reciproca incomunicabilità, non nasce nè conflitto nè confronto, nè crescita nulla insomma..
Non dipende dalla cultura (figuriamoci!!) dagli studi..dalla posizione sociale, insomma non ho paraocchi in questo senso.
Ad una persona chiedo di mettersi in gioco, sincerità, condivisione, risposte ed ascolto..senso civico, anche se fosse per zappare l'orto o piantare un fiore in un vaso..PASSIONE, insomma. VITA con gli alti e i bassi che sono la mia specialità.
I menefreghisti, i paraculi, i paraocchi..beh non so che farmene.
Mi sono spiegata meglio?
fammi sapere...:)))

Koredititti ha detto...

Rusy i commenti qui da te se ne potrebbe fare un trattato. l?argomento mi intriga moltissimo.. per esempio
"Non c’è più possibilità di comunicazione perché non ci siamo scambiate parole ma emozioni, e le emozioni esistono nella sincerità totale del vissuto, non ammettono ripensamenti o rettifiche o manipolazion"
SPIEGAMI..
perchè io comprendo più una persona da le e con le emozioni..le percepisco..
delle parole non mi fido granchè..
Non capisco perchè la comunicazione si interrompe quando si scambiano emozioni..

rosipoli ha detto...

Titti oh titti mia...appena tornata da cena con fidanzata. Non ero abituata ad una fidanzata che sta soltanto a mezz'ora da casa mia.
Per la cronaca, è altra 1,75 e porta tacchi altissimi.
Eppure non mi sento per niente a disagio.
Allora...cerchiamo di SPIEGARTI.
Il seminario trattava dei conflitti nei gruppi lesbici, ma che può essere utile anche per gruppi di donne.
Prova a cambiare la parola
" lesbiche" con la parola " donne" forse ti aiuta a capire.
Un gruppo di donne è completamente diverso da un gruppo maschile o da un gruppo misto.
E andiamo alle parole di Piera
( che ha condotto il seminario con me)
"Da ciò che ho vissuto legherei la parola “conflitto” al dolore e soprattutto alla perdita. Difficilmente un conflitto fra donne ci offre delle opportunità, più spesso termina, come dice il titolo di questo seminario, con un bagno di sangue. Ma il sangue che scorre è sempre il “nostro” sangue, sangue sororicida, è una guerra civile, intestina la chiamavano gli antichi, e potremmo definirla così anche noi, una guerra in cui le viscere sono coinvolte ben più dell’intelletto, perché una guerra che si svolge all’interno del nostro gruppo di riferimento è anche una guerra che si svolge dentro di noi. Intestina, appunto.
Ma perché tutto questo avviene? Forse dovremmo risalire all’origine del gruppo, ai sentimenti che si sono mossi, alle aspettative, ai desideri, per riuscire a scoprire l’arcano che spesso sconvolge la vita dei gruppi di donne. E’ questo che ci avvicina a un gruppo lesbico, un’illusione ottica, la fata Morgana che ci dice che saremo sempre felici. Contro ogni esperienza di realtà, che ci racconta di crescita, cambiamento, di dolore, noi iniziamo a credere al “per sempre felici”. Illusioni ottiche di paradiso, dice qualcuna. Così il conflitto quando appare è sempre inaspettato, traditore, ingannatore delle belle speranze.
Tutte le volte che chiediamo alle nostre amiche: ma perché è successo? Ma soprattutto che cosa è successo? Da dove viene questa scissione? Da dove viene tutto questo dolore? Chi vorrebbe risponderci di solito affastella una serie di fatti insignificanti, di sgarbi che quasi nemmeno sono tali alle orecchie di chi ascolta. Il motivo del conflitto rimane avvolto nel più oscuro mistero. Oscuro anche alle stesse partecipanti. E quando cerchiamo di utilizzare gli strumenti consueti, legati alla psicologia del lavoro oppure alle dinamiche dei gruppi, rimaniamo non solo impotenti, ma ancora una volta senza illuminazioni, senza spiegazioni rispetto a ciò che accade.
Forse quindi possiamo immaginare che i gruppi di donne agiscono in base a motivazioni totalmente diverse da quelle dei gruppi di uomini o dei gruppi misti, dinamiche non ben indagate, che hanno ricevuto un tentativo di esplicitazione in “Non credere di avere dei diritti”, ma che rimangono per lo più oscure. Oscure come la nascita di un sentimento d’amore o come le emozioni potenti e segrete di una passione.
Perché la costruzione di un gruppo ricorda un po’ la costruzione di un amore. Si costruisce un’intimità, si condividono emozioni e sentimenti. Sullo sfondo rimangono i valori comuni, in primo piano, accecanti tanto luccicano, ci sono le emozioni “uterine”, non l’ottocentesca isteria, ma piuttosto il pigro nuotare nel liquido amniotico pre-natale. Persino l’eccitazione erotica che si crea quando si forma un nuovo gruppo è una semplice trasposizione del desiderio di accogliere-essere accolte nella propria interezza proprio della vita acquatica del feto umano.
Questo mito della simbiosi pre-natale, che accompagna gli esseri umani, ma quanto di più le donne!, per tutta la vita, che nonostante infinite sconfitte, sempre risorge è la causa prima del nostro dolore, come al momento della formazione, o della ri-fondazione, del gruppo era stato motivo di una gioia difficile da spiegare a chi non l’ha mai provata."

Koredititti ha detto...

provo una sensazione simile nel gruppo di colleghe amiche che si è formato in 11 anni di colleganza-militanza nella scuola, e stanno andando in pensione, una ha pure chiesto il trasferimento e andrà alla materna..perchè è nayto questo gruppo ? boh! che ci facciamo IN questo gruppo? ci capiamo, ci confrontiamo, ci affrontiamo e si piange.. in faccia!!
ci manchiamo se non ci siamo, l'andare al lavoro ogni giorno sarebbe diverso senza il "gruppetto."
goditi la fidanzalta !!! l'amerai, se non l'ami già..la cura ..ricordi?

Anonimo ha detto...

si è spiegata benissimo grazie...
adesso saluto cordialmente
non si preoccupi non ci sentiremo più da oggi!
per quanto riguarda le scuse non serve che le faccia non c'è ne bisogno perchè ognuno è libero di pensare come vuole e io libera di non accettarle
Le auguro ogni bene e fortuna
Terry

rosipoli ha detto...

Terry
Fai un bel sorriso stamattina e affronta la giornata con gioia.
Io oggi ho l'ultima festa con i bambini. Tutti. Prevista in giardino ma piove.
Guarda che tutti tutte noi non ci regaliamo o ci diamo via a tutti indistintamente.
Forse era questo quello che voleva dire Titti.
Io, per esempio ho una collega alla quale non regalerei nulla di me. Tranne le risposte che devo dare professionalmente parlando.
Anche tu avrai qualcuno o qualcuna che credi non meriti nient'altro che rapporti superficiali.
O qualcuno o qualcuna che ti ha delusa e ferita profondamente.
Io ho, per esempio, delle persone che erano amiche ma che,nel conflitto ho perso per strada.
E' la vita.
Un abbraccio e vado.

Anonimo ha detto...

Mi dispiace Rosi
ma io non la penso così!
se io non avessi mandato il messaggio di richiesta di chiarimento tutto sarebbe passato oltre... perchè a nessuno
è parso rilevante nemmeno a te...
dove erano tutte e tutti!!!!!!!!
ma non avete ancora capito che se vogliamo ottenere diritti sacrosanti è dal basso (da dove è venuto Obama per interderci) che dobbiamo farci conoscere?
L'unica persona che l'ha capito sai chi è? Paola Concia che ha avuto l'umiltà e la pazienza per far capire alla Carfagna che esistiamo.
Allora se volete continuare a esprimervi in maniera incomprensibile ai più fatelo pure
però ricordatevelo anche quando vi serve la plebe in campagna elettorale a votare i partiti che promuovono leggi doverose per tutte le minoranze o nelle piazze a protestare contro la violenza.. sono plebe o servi della gleba ... ma non sono pecore da mungere .... possono arrivarci... perchè sanno che cosa è la sofferenza in tutti i sensi ...e li buttiamo via?
certo che tutti troviamo prima o poi sulla nostra strada persone con cui abbiamo più affinità o meno
e allora buttiamoci nel vortice delle meditazioni intellettuali, e facciamo a gara a chi è più brava a tirare fuori termini che nessuno conosce,contetti che una deve prendere 2 aspirine prima di cimentarsi nella traduzione? speriamo che tra qui a 20 anni lo zingarelli si sia ampliato e noi sempre qui.
Quindi grazie di avermi ospitato Rosi
se pensi sia il caso per me va ancora bene per il Pianeta, sai come la penso, se credi possa essere un interferenza o un elemento destabilizzante basta che me lo fai sapere... non c'è problema
in ogni caso grazie di tutto
Terry

Anonimo ha detto...

Mi dispiace Rosi
ma io non la penso così!
se io non avessi mandato il messaggio di richiesta di chiarimento tutto sarebbe passato oltre... perchè a nessuno
è parso rilevante nemmeno a te...
dove erano tutte e tutti!!!!!!!!
ma non avete ancora capito che se vogliamo ottenere diritti sacrosanti è dal basso (da dove è venuto Obama per interderci) che dobbiamo farci conoscere?
L'unica persona che l'ha capito sai chi è? Paola Concia che ha avuto l'umiltà e la pazienza per far capire alla Carfagna che esistiamo.
Allora se volete continuare a esprimervi in maniera incomprensibile ai più fatelo pure
però ricordatevelo anche quando vi serve la plebe in campagna elettorale a votare i partiti che promuovono leggi doverose per tutte le minoranze o nelle piazze a protestare contro la violenza.. sono plebe o servi della gleba ... ma non sono pecore da mungere .... possono arrivarci... perchè sanno che cosa è la sofferenza in tutti i sensi ...e li buttiamo via?
certo che tutti troviamo prima o poi sulla nostra strada persone con cui abbiamo più affinità o meno
e allora buttiamoci nel vortice delle meditazioni intellettuali, e facciamo a gara a chi è più brava a tirare fuori termini che nessuno conosce,contetti che una deve prendere 2 aspirine prima di cimentarsi nella traduzione? speriamo che tra qui a 20 anni lo zingarelli si sia ampliato e noi sempre qui.
Quindi grazie di avermi ospitato Rosi
se pensi sia il caso per me va ancora bene per il Pianeta, sai come la penso, se credi possa essere un interferenza o un elemento destabilizzante basta che me lo fai sapere... non c'è problema
in ogni caso grazie di tutto
Terry

Sandro ha detto...

Sig.ra Terry, cosa ne pensa della Sig.ra Dalloway?
Io, nonostante ne sia afflitto, sono per risolvere il conflitto, soprattutto quello degli interessi.
-
Sig.ra Rosi, ma lei usa i tacchi?
-
Vengo a prenderti stasera
sulla mia torpedo blu,
l'automobile sportiva
che mi dà un tono di gioventù.
Già ti vedo elegantissima
come al solito sei tu.
Sembrerai una Jean Harlow
sulla mia torpedo blu.
indosserò un bel doppiopetto
ed un cappellone, come Al Capone,
e in camicetta e maxigonna
tu mi accenderai il sigarone.
Vengo a prenderti stasera,
suono il clacson, scendi giù,
e mi troverai seduto
sulla mia torpedo blu.
Vengo a prenderti stasera
sulla mia torpedo blu.
E' una vera fuoriserie
come senz'altro sei tu.
Vengo a prenderti stasera
sulla mia torpedo blu
e saremo una gran coppia,
sulla mia torpedo blu.
Ha la capote in grigio perla
tutta in seta Gloria,
ma è molto seria.
Sul radiatore, sopra il tappo,
tu vedrai la statua della vittoria.
Vengo a prenderti stasera,
suono il clacson, scendi giù,
e mi troverai seduto
sulla mia torpedo blu.
Sulla mia torpedo blu.
Sulla mia torpedo blu.

Koredititti ha detto...

@Terry, mi farebbe piacere capire...può spiegarmi meglio la sua irritazione?

@rosy è esattamente come hai detto, ci sono persone con cui mi limito al saluto per educazione, perchè non c'è nulla di nulla di cui parlare ( magari a votare non ci vanno nemmeno)

Anonimo ha detto...

per Titti
mi fa piacere che lei voglia capire...
davvero sinceramente!
vede io mi sò esprimere poco perchè sono abituata alle situazioni pratiche urgenti e da risolvere velocemente e quindi probabilmente non ho sviluppato in una dialettica catalizzatrice ed incisiva quello che sentivo di dire l'ho detto, ma certamente non c'è l'ho con lei ci mancherebbe non la conosco neanche, però mi ha dato lo spunto di dire quello che pensavo da tempo e di questo gliene rendo atto e gratitudine
vi lascio nei vostri confronti e chi più ne ha ne metta se siete felici così va bene come le ho detto io sono una pratica e qui non mi sento a casa non certo per colpa sua
per un attimo è stato bello
grazie a Rosi a lei e a tutti ...
Terry

rosipoli ha detto...

Terry, mia cara
Non dico che potremmo arrivare ad un conflitto perchè questo è un gruppo anomalo, fatto di poche persone e ed facile gestire i malesseri.
Però vedi, ti copio un altro pezzo del seminario:
"Tutte le volte che chiediamo alle nostre amiche: ma perché è successo? Ma soprattutto che cosa è successo? Da dove viene questa scissione? Da dove viene tutto questo dolore? Chi vorrebbe risponderci di solito affastella una serie di fatti insignificanti, di sgarbi che quasi nemmeno sono tali alle orecchie di chi ascolta. Il motivo del conflitto rimane avvolto nel più oscuro mistero. Oscuro anche alle stesse partecipanti. E quando cerchiamo di utilizzare gli strumenti consueti, legati alla psicologia del lavoro oppure alle dinamiche dei gruppi, rimaniamo non solo impotenti, ma ancora una volta senza illuminazioni, senza spiegazioni rispetto a ciò che accade."

O ancora:


"Eppure, benché le premesse dovrebbero renderci guardinghe, di primo acchito ci muoviamo nel mondo con fiducia, ci affidiamo e confidiamo nelle altre. A rendere possibile la comunicazione è la fiducia.
Ma che succede a un certo punto? Ad un certo punto ci si accorge che le parole girano a vuote, che si dice
una cosa e se ne intende un'altra. Ed è la meraviglia , la sorpresa il primo sentimento, perché le mie parole
non arrivano? Perché risuonano a vuoto? Che cosa e' successo?"

Anonimo ha detto...

ciao Rosi
terry

rosipoli ha detto...

Terry, a proposito della Concia...
Siamo state molto critiche verso certe sue scelte.
Che ci sono sembrate troppo "interessate" ai diritti di una sola categoria ed anche ad un certo arrivismo politico.
Io non credo, per esempio, ci voler vivere in un mondo dove gli omosessuali abbiano tutti i diritti sacrosanti che chiedono mentre tutto il resto intorno cade a pezzi.

La sua scelta ( della Concia) di andare dai fascisti ( avrò già spiegato il tutto tante volte) non è stata molto gradita da chi non ama passare sopra tutto in nome dei diritti.
Eppure semmai verrai al Pianeta, sulla porta c'è il manifesto della Concia quello con un uomo di colore, non so se te lo ricordi?
Quello che dice:
"Ci chiami sporco negro e lesbica schifosa. Ma ti difendi se ti chiamano italiano mafioso. Il razzismo è un boomerang, prima o poi ti ritorna".
Comunque vengo da un seminario sui conflitti e sulla loro necessità.
Saremo felici Terry.
E' stato bello averti con noi.
Ti lascio con una riflessione, che forse, a molti noi qui dentro
( non sono omosessuali) può non interessare. Può però incuriosire.
Entrare in un'associazione lesbica, varcare quella porta, per chi non si accetta e ha ancora tanti problemi da superare, può diventare così difficile che qualsiasi scusa diventa buona per non farlo.
Ho visto tante scrivere, telefonare, abbiamo dato tante risposte e poi, sono sparite nel nulla.
Ancora non era il momento.
Guarda, ho anche perso la persona a me più cara dopo i miei figli, per questa paura omofobica, brutta brutta, ma è così difficile da liberarsi.
Se tu sapessi le scuse che trovava...
Se sei stata bene qui, siamo felici.
Se non si senti a casa, è meglio che cerchi un posto dove sentirti bene.
Che la vita è breve. Un soffio.
Ti abbraccio

Anonimo ha detto...

Rosi
lo dici a me che tutto stà crollando?
io lo sò purtroppo da mesi da quasi due anni
la settimana prossima devo trovare un qualche modo per cercare di salvare un azienda negli USA con 264 dipendenti che fra sei mesi vanno a spasso
è per quello che mi sono incazzata in questi giorni
sai cosè te lo detto in privato in e-mail adesso te lo dico in pubblico non è immaturità, non accettazione, omofobia, guarda che lo io ti devo tanto perchè in questi mesi sono cresciuta molto ti ho fatto quella telefonata perchè mi aspettavo una tua risposta "da mentore" (me ne sono pentita un secondo dopo)
una persona come me che non è pronta ad accettare ogni linea guida
può venire al Pianeta si o no?
DIMMELO TU CHE LO CONOSCI
SI O NO ?
se ti stai chiedendo questa è un pò stanca, si da me dipendono 2300 famiglie e devo essere lucida sempre?
SI O NO ?
mi fido solo di te!
Terry

rosipoli ha detto...

Terry
pazienza infinita
torno adesso dalla riunione del coordiamento della nostra lista civica.
Oggi ho avuto una giornata davvero faticosa. Anche la lavata di capo della dirigente perchè ci siamo permesse di lamentarci in collegio e quindi: punizione punizione sanzione sanzione...poi una riunione con le colleghe e poi,fra una riunione e l'altra il computer. Che mi serve spesso come linea di demarcazione.
E' in quel momento che è arrivata la tua telefonata.
Io non ho voglia di litigare e combattere anche qui.
Questa è la mia isola felice. Dove ci sono gli amici che mi seguono da anni e i nuovi arrivati.
La porta del pianeta è aperta a tutte. E' stato sempre così.
Abbiamo avuto leghiste,ci sono le lesbiche cattoliche, quelle sposate, quelle clandestine anche a se stesse, persone fragili, meno fragili, rompipalle, quelle che cercano una donna...al giovedì si fa " accoglienza e, fare accoglienza non significa " entra chi voglio io". Significa che la porta è aperta, che noi ci siamo.
Il resto viene da sè.
Adesso vado a farmi una doccia chè puzzo come un maiale. E poi nanna.

Lillopercaso ha detto...

Io però forse non ho ben capito.. non si tratta di discutere o anche litigare su punti di vista diversi, o abitudini, o scazzature varie.. parto dal piccolo che conosco: Se entro in conflitto, e se il conflitto non parte da me (dato che con me è difficile litigare, sono accomodante su quasi tutto) devo prima di tutto guardarmi dentro e capire cosa lo ha scatenato: c'è qualche mio atteggiamento che rivela un sentimento che io stessa non riconosco, o che non vorrei riconoscere perchè non mi piace/rebbe? Se la mia è una disposizione d'animo positiva, d'amore, non dovrei innescare risposte simili? se non succede, non è forse perchè in fondo è fasullo, finalizzato a qualcosa? Tipo 'Come sono brava' .
Dico così perchè, ripensandoci, ho scoperto di essere stata stronza con la maggior parte degli uomini. Qualcuno se n'era accorto prima di me.
E siccome è successo , non metto la mano sul fuoco per me stessa.
Questo discorso non per parlare di me, ma perchè vorrei entrare di più nel quotidiano, nel toccare con mano, nel 'pratico', come dice Terry, anche se un blog proprio pratico non è..
Ciao

rosipoli ha detto...

Se non entri in un conflitto Daniela, non sarai mai pronta per quando ti troverai dentro.
Se hai un atteggiamento costruttivo in un conflito fai parte delle " forze centripete", quelle che tendono a tenere unito il gruppo.
Ma il conflitto non puoi evitarlo ed è una cosa seria e distruttiva.E quando accade, lascia morti sulla spiaggia.
docciadocciadocciadoccia

si è fatto tardi

Sandro ha detto...

Ecco cos'era quell'odore stanotte... quando ho aperto il tuo blog...

rosipoli ha detto...

Sandro...
Ma lo sai che ero così stanca che non sono riuscita a farla?
Stamattina si però,Stammatina SI.