sabato, maggio 15, 2010

Giornata Mondiale contro l'Omofobia







Il 17 maggio 2010 si celebra la sesta giornata mondiale contro l’omofobia.
La data ricorda il 17 maggio 1990 quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha rimosso anche l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali.


Siamo in piazza !

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Alba, Aosta, Arona, Bari, Bergamo, Bologna, Bolzano, Brescia, Cannara, Carrara, Casalmaggiore, Collestrada, Crema, Cremona, Cuneo, Firenze, Fossano, La Spezia, Livorno, Mantova, Messina, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Pavia, Perugia, Pesaro, Pistoia, Pordenone, Ravenna, Rimini, Roma, Rovigo, Saluzzo, Savigliano, Siracusa, Torino, Torre Del Lago, Trento, Treviso, Trieste, Udine, Verbania, Verona



In maniera pacifica, colorata e chiassosa.
Siamo in piazza
perchè l'omofobia la si subisce ogni giorno, anche nei piccoli gesti della vita quotidiana.
Siamo in piazza in compagnia.
Con i nostri amici e amiche, con la società civile.
Siamo in piazza, come sempre.

Per alcuni e alcune di noi, come ogni giorno.


"La ragione dell'odio è la paura.
Pensiamo ad una minoranza che possa passare inosservata. Esistono
minoranze di ogni sorta: i biondi per esempio, o le persone con le
lentiggini.
Ma una minoranza è considerata tale solo quando costituisce una
qualche minaccia per la maggioranza - minaccia reale o immaginaria. Ed
è lì che si annida la paura.
E se questa minoranza in qualche modo è invisibile allora la paura è
maggiore, e quella paura è la ragione per cui le minoranze vengono
perseguitate.
La ragione è nella paura. Le minoranze non sono che persone, persone come noi".

Tom Ford in "A single man".

11 commenti:

Koredititti ha detto...

sono abbonata alla rivista Psicologia Contemporanea
.http://www.psicologiagiunti.it/psicologiacontemporanea/
C'è un articolo sul film A single man. dove si dice che i temi del film sono due la solitudine e l'omosessualità, quest'ultimo più importante.
" sappiamo infatti che, quando viene celata e negata all'esterno un'importante verità su noi stessi, anche il resto della nostra esistenza diventa una bugia, ci ammaliamo per mancanza di verità, patiamo un tradimento di noi stessi che inquina ogni nostra parola, ogni nostro gesto"
Valentina d'urso, università di Padova.

Ricordi la diatriba?

http://ilcavalloditroia.splinder.com/post/22068879/soli-si-muore-senza-l-amore

Ecco un'autorevole voce che ti da assolutamente ragione.
Lo so che tu non ne hai bisogno di voci autorevoli, ma perchè non metterti al corrente di questo?
con simpatia

rosipoli ha detto...

Grazie Titti
Io avevo ragione.
Nel senso che io vedevo uno dei due punti trattati e, per quello che riguardava la solitudine,essa, in quel caso, era molto collegata alla doppia solitudine di una persona che non può raccontare del proprio dolore, così come andrebbe raccontato o ascoltato.
E però, sono stata bacchettata.
Ma non fa niente.
Oggi qui ho avuto una coppia di due givani amiche che non nascondono nulla
( beate loro )e, per una coincidenza strana, avevo a pranzo anche un'amica di mio figlio, che giustamente, non sa nulla della mia vita.
Vedi un pò tu la nostra vita com'è.
Allora ho detto a mio figlio che non era nemmeno pensabile di chiedere alle mie amiche di nascondere discorsi o atteggiamenti e così è stato.
Ma è stato un momento di superamento di tante barriere.
Vedi un pò tu, un pranzo domenicale, per noi,cosa può diventare.
E poi c'è chi nega l'evidenza di certi fatti.
Mah...

Koredititti ha detto...

Vedi che grande occasione è stato il pranzo ?
per l'amica di tuo figlio affrontare nel modo migliore una conoscenza che le sarà di crescita sicura.. per te e le tue amiche poter essere nella verità serenamente.

In effetti nessuno dice: piacere di conoscervi, tizio, etero, ...
siamo noi stessi.
Siamo qui.. a discorrere, racconto un aneddoto: ieri l'altro una collega era poco vestita, sfoggiava una camicetta trasparente che offriva una generosa visione delle proprietà femminili, sono stata l'unica a dirle ridendo:
"o codesta offerta a cosa si deve? Si festeggia ?
Siamo scoppiate tutte tutte a ridere e abbiamo cominciato ad apprezzarla liberamente e a scherzare..lei non era per nulla imbarazzata e poi mi ha detto in privato " hai fatto bene, non ne potevo più delle occhiate imbarazzate degli altri.."

rosipoli ha detto...

si Titti
Una bella occasione.
Tutti i giorni io trovo belle occasioni.
Ma non soltanto per far capire che si può vivere serenamente anche se si è lesbiche ma anche che sono una persona valida nonostante non porti il filo di perle o il capello biondo bresciano.
E che sono di sinistra e che tante cose non mi piacciono per come vanno in questo paese. Quello grande che è il nostro e quello piccolo dove vivo.
E ora nanna Titti, che i piatti sono lavati ed il divano mi aspetta.
Stai bene?
Cerca di stare bene su, che sei preziosa.
Altrimenti, fai un bel
Coming Out! :)
Che aiuta.

Koredititti ha detto...

:D
sto bene sì..e tu riposati!

Lillopercaso ha detto...

Ciao! A volte le cose si nascondono per difendere le persone che ci amano dal preoccuparsi per il nostro bene (non parlo dell'omosessualità, ma forse potrebbe centrare), perchè non pensino che abbiamo una vita più dura di quanto già non sia la loro, per esempio. La cosa assurda è che il non parlare crea una situazione di non-verità, e quindi i presupposti per la discriminazione e la fatica del vivere che vorremmo negare per loro. Almeno, questa è la mia esperienza.
Un po' contorta, eh! Mi sono spiegata?
Buonanotte!

arabapernice ha detto...

Anche ad Arona? ma dài... E' un posto gretto, molto. Ma c'è tanta bella gente lo stesso.
Devo dire che faccio fatica a entrare in logiche di 'minoranze' riguardo a questo tema. Le persone sono persone: mi interessa come la pensano, mica con chi vanno a letto. Mi è piaciuta, in merito, una cosa che ho sentito alla radio la scorsa settimana (non mi chiedere in che trasmissione e riguardo a cosa), ma l'omosessualità è stata definita una normalità statisticamente meno consueta, ma, da un punto si vista antropologico, funzionale all'equilibrio dell'equilibrio della riproduzione della specie.
Mia esperienza personale (e aronese): un ex marito che ha messo in giro la voce che ero lesbica. Per questo sono stata ampiamente 'compatita'. Non lo sono (e con questo non sono persona ne migliore ne peggiore), ma non ho sentito l'esigenza di smentire: semplicemente perché non lo ritengo un paramentro di valutazione della mia persona. Molto utile per scremare le frequentazioni, quello sì.
Ognuno nella vita è chiamato a esercitare coraggio, in un ambito o in un altro...

agapemark ha detto...

Condivido pienamente il tuo post, ne condivido le ragioni, le motivazioni e anche le finalità.
Purtroppo l'omofobia è un male (quello si...) che è sempre più presente nella società contemporanea.
Il tutto si acuisce con un governo (lo scrivo in minuscolo volutamnete) che di certo non aiuta il superamento di questo pregiudizio....
saluti signora...e complimenti per il suo blog..
agape

rosipoli ha detto...

Daniela:
Quando volevo dirlo ai miei figli mi sono rivolta ad una psicologa, lesbica per giunta, che mi ha consigliato di non farlo.Mi ha chiesto se lo facevo per loro o per me. Ah, l'omofobia dei terapeuti, che dovrebbero essere preparati in questi casi...
Però, vedi, non dirlo, fa si che loro si immaginino chissà che cosa sul nostro conto, più brutte di quelle che sono, e che noi facciamo una vita a metà.
Ti sei spiegata si, e c'entra, c'entra molto.
Quando, finalmente, ho detto non è stata una passeggiata però, la cosa che a loro ha ferito di più è stata proprio il tenere nascosta, principalmente a loro, una cosa così importante.
E poi, dopo la salita, è stata tutta bellissima discesa.
E siamo liberi adesso. Io di dirlo e loro di saperlo.
E' un'altra vita.
Vivibile.
Auguri per te.

rosipoli ha detto...

araba:
Arona? Pensa che io, tutti i fine settimana, mi recavo li vicino.
In un altro posto molto gretto ma, il posto dove si vive vuol dire poco. Sono le paure che abbiamo dentro che vogliono dire tanto.
Si, siamo una minoranza. Ed in moltissimi casi in più, come dicevo da Titti,senza l'appoggio della famiglia o della comunità di appartenenza come accade alle minoranze religiose o etniche.
Che il tuo ex marito abbia usato quel tipo di " accusa" lascia capire tante cose.
La negatività che ricopre ancora esserlo.
Il brutto è che nella vita, oltre al coraggio per tanti altri ambiti, c'è chi deve averlo anche in questo, quando poi, non ci sarebbe bisogno, visto che è dimostrato che siamo persone normali.
In altri paesi è più facile ma qui in Italia, è una vita dura.
E' per questo che ci dobbiamo muovere tutti quanti,piccoli e grandi città, in qualche modo, fosse solo tenendoci informati.
Auguri anche a te per la tua vita.
Che non è facile per nessuno o, per quei fortunati pochi.

rosipoli ha detto...

Agape:
Omofobia è come razzismo.
L'omofobia interiorizzata poi, è quella peggiore perchè ci impedisce di essere naturali e veri e ci fa vergognare di noi stessi.
Il mio blog, capisco, a volte può sembrare monotematico e la cosa può diventare noiosa ma, vi ringrazio perchè ci siete e leggete e, in qualche modo, partecipate, fosse solo venendo a conscenza che.
E' un pò quel " riconoscimento" che da coraggio a chi è in prima linea.
Questo governo e anche i governi locali, rendono il tutto molto più difficile.
Anche se Napolitano ( oggi mi pare) riceve dei rappresentanti del mondo lgbt e Rita de Santis dell'AGEDO ( asociazione genitori e amici degli omosessuali) parlerà in nome di tutti, è poco, non basta.
Ci sono permessi e patrocini che spariscono completamente nelle città ( quelle governate dalla Lega) e c'è una ministra delle pari opportunità che, fino a qualche tempo fa diceva che non avevamo bisogno di nessun sostegno.
Poi sono iniziate le aggressioni e ha cambiato un pò versione ma soltanto per i voti.
Grazie a te che ci sei.