domenica, aprile 25, 2010

corte dalle mie brame !




Corte delle mie brame
di Susanna Lollini

Se non fosse per il dispiacere dell’esito, potremmo dire che è andata meglio del previsto.
La Corte Costituzionale, come sapete, ha dichiarato inammissibile la questione di legittimità costituzionale di alcune norme del codice civile che disciplinano il matrimonio nel nostro ordinamento rispetto agli artt. 2 e 117 della Costituzione e l’ha dichiarata invece infondata rispetto agli artt. 3 e 29 della Costituzione.
Inammissibile perché non spetta alla Corte Costituzionale colmare il vuoto dovuto al fatto che i padri costituenti non si sono posti il problema del matrimonio omosessuale, estendendo alle coppie formate da persone dello stesso sesso la disciplina del matrimonio civile. Né d’altra parte le norme della CEDU o della Carta di Nizza che tutelano il diritto a sposarsi e a costituire una famiglia impongono tale piena equiparazione, al contrario, rinviando alle leggi nazionali che ne disciplinano l’esercizio non fanno che confermare che la disciplina della materia è rimessa al parlamento.
Infondata perché per quanto sia vero che il concetto di famiglia e di matrimonio non possono ritenersi “cristallizzati” all’epoca della Costituzione, l’interpretazione che si spingesse fino a modificare la norma per includervi ipotesi allora assolutamente non considerate (come il matrimonio tra persone dello stesso sesso) non sarebbe soltanto “estensiva” ma “creativa” e ciò non è consentito alla Corte. Del resto la non “omogeneità” (questo il temine esatto usato dal giudice estensore) delle unioni omosessuali rispetto al matrimonio esclude che possa ravvisarsi una “irragionevole discriminazione”.

Questi ultimi due punti mostrano forse un po’ la corda, traducendosi in petizioni di principio, come appunto il fatto che le unioni omosessuali siano cosa diversa dal matrimonio per cui non è discriminatorio - alla luce dell’art. 3 della Costituzione - trattarle in modo diverso; o il limite insuperabile della c.d. interpretazione additiva, dato che assai spesso in passato la Corte non ha esitato ad intervenire proprio con interpretazioni additive. Tant’è, sapevamo che la Corte non se la sarebbe sentita di farlo questa volta, in questa materia. Lo immaginavamo, lo avevo scritto. Resta quindi solo la via legislativa.

Detto questo però possiamo almeno consolarci con alcune affermazioni che restano importanti nonostante lo sconforto del risultato.

Si legge infatti nelle motivazioni alla sentenza in riferimento all’art. 2 della Costituzione (la norma cioè che “riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità”): “Per formazione sociale deve intendersi ogni forma di comunità, semplice o complessa, idonea a consentire e favorire il libero sviluppo della persona nella vita di relazione, nel contesto della valorizzazione del modello pluralistico. In tale nozione è da annoverare anche l’unione omosessuale, intesa come stabile convivenza fra due persone dello stesso sesso, cui spetta il diritto fondamentale di vivere liberamente una condizione di coppia, ottenendone – nei temi, nei modi e nei limiti stabiliti dalla legge – il riconoscimento giuridico con i connessi diritti e doveri”.

E’ vero che aggiunge subito dopo che la pur legittima aspirazione a tale riconoscimento giuridico di carattere “generale” non deve necessariamente essere soddisfatta equiparando le unioni omosessuali al matrimonio, ma mi pare che resti comunque una bella affermazione di principio, resa per giunta dalla massima autorità giudiziaria nel nostro Paese.

Viene da dire: come potrà il nostro Parlamento eludere un simile, aperto, esplicito, riconoscimento sociale? come potrà disattenderlo?
Mi sbaglierò, ma ho come l’impressione che i nostri politici sapranno dimostrarcelo. Ciò nonostante resta vero che rispetto a ogni evoluzione sociale ci sono dei punti che potremmo definire di non ritorno. Mi pare che nel nostro caso questa affermazione della Corte rappresenti esattamente uno di questi punti: due persone dello stesso sesso hanno il diritto fondamentale di vivere liberamente una condizione di coppia.

Se ci pensate bene nessuno finora lo aveva detto, né scritto, in un contesto così “ufficiale”, a parte noi, ovviamente!

Questa affermazione unita a quella secondo cui il concetto di “famiglia” e di “matrimonio” non sono dati una volta per tutte, ma ben possono essere nuovamente declinati oggi – sia pure ex lege e non per via giurisprudenziale - alla luce dell’evoluzione sociale e dei costumi, mi pare tracci una rotta ben precisa per il nostro legislatore.

Anzi in questo senso mi sembra particolarmente importante e significativa un’altra affermazione che si legge nella motivazione. Scrive la Corte: “Ne deriva, dunque, che, nell’ambito applicativo dell’art. 2 Cost., spetta al Parlamento, nell’esercizio della sua piena discrezionalità, individuare le forme di garanzia e di riconoscimento per le unioni suddette, restando riservata alla Corte costituzionale la possibilità d’intervenire a tutela di specifiche situazioni (come è avvenuto per le convivenze more uxorio: sentenze n. 559 del 1989 e n. 404 del 1988). Può accadere, infatti, che, in relazione ad ipotesi particolari, sia riscontrabile la necessità di un trattamento omogeneo tra la condizione della coppia coniugata e quella della coppia omosessuale, trattamento che questa Corte può garantire con il controllo di ragionevolezza.”.
L’interpretazione di questa affermazione non è unanime, ma mi sembrerebbe che la Corte abbia inteso affermare che indipendentemente da una equiparazione “generale”, non consentita in via interpretativa, nulla vieta che in casi specifici invece possano essere emesse sentenze che equiparano a tutti gli effetti una convivenza more uxorio tra due persone dello stesso sesso ad una coppia sposata, esattamente come è successo in precedenza per una coppia eterosessuale convivente rispetto ad una sposata.

Certo, a Roma c’è un modo per definire questo tipo di “consolazione”, ma in tempi in cui si torna a collegare “scientificamente” l’omosessualità alla pedofilia, affermazioni di questo tipo possono apparire quasi rivoluzionarie.


25 commenti:

Koredititti ha detto...

mi pare davvero un passetto avanti rispetto all'omofobia del passato, quanto meno esistono e ci sono e vanno prese in considerazione, le coppie omosessuali.

rosipoli ha detto...

Oh Titti...intanto complimenti. Sei riuscita a leggerlo tutto!
Brava Titti. Mi sorprendi sempre.
Si, piccolo passetto. Nell'
" ambiente" ma non solo, anche su giornali come Liberazione e in vari siti il dibattito continua.
E, adesso, divano della domenica in questa domenica in cui non parto e non faccio.
Ogni tanto bisogna pur risparmiarci.

Koredititti ha detto...

beh!!!
Mi sorprendi tu..! se commento leggo TUTTO..:))))))
Domenica di caccca,aspetto la stasera per uscire: vado a sentire musica!

rosipoli ha detto...

Tittiiiiiiiiii
ero senza occhiali e avevo letto:
"DOMENICA DI CACCIA"
e mi sono detta ma guarda la titti.
No è che, quando mi metto a parlare di politica e di diritti negati a volte divento proprio pesante e allora penso che nessuno riesce ad arrivare fino in fondo ad articoli, a volte, perchè no? noiosi.
Come la spiegazione di quello che è accaduto alla Consulta.
Bacio e divertiti
Per me domenica, se sono a casa, è Che tempo che fa e poi Report.
Oltre che le pulizie e pedicure o manicure e varie altre cure del corpo.
Altrimenti divento una scimmia.

Sandro ha detto...

Hai detto "scimmia"?
Perchè non pensare al bonobo?
(sono anche in topic... eccome se lo sono...).
Uh! Uh!

rosipoli ha detto...

Sandroooooooooooo
ma lo sai che ho un'amica fan incondizionata delle Bonobo?
Ne abbiamo anche fatto una trasmissione intera su di loro negli anni passati e, ques'anno, nella rubrica " animali e omosessualità" se n'è parlato tantissimo.
Le bonobo si che sanno godersi la vita.

Anonimo ha detto...

ma che paese è questo Rosi !
sarà che ormai da tanti anni io lavoro in Canada e negli USA e forse ho preso la loro mentalità e i loro modi di vivere
ma è certo che qui andiamo indietro tutta
ancora un pò poi chiedo la cittadinanza canadese
ciao
Terry

Sandro ha detto...

E, aggiungo, non hanno corti... ma si fanno la corte...
Uh!Uh!

rosipoli ha detto...

Terry
è questo paese qua. Che ha dentro il paese un altro paese che conta tanto ma tanto.Finchè ci sarà il Vaticano e i preti nei nostri letti, sarà sempre una lotta.
Altro che Canada !
L'Italia non si trova nemmeno fra i 50 primi paesi.
Sta proprio giù.Giù in fondo.

rosipoli ha detto...

Sandrooooooo
Potessimo imparare dalle Bonobo !!!
Che bella vita che sarebbe...

Koredititti ha detto...

eccomi: sei invitata a nozze, da me..vieni vieni

Anonimo ha detto...

sono terry
ciao Rosi
si penso che tu abbia ragione questo paese non è altro che una prelatura del vaticano altro che stato laico
mi piacerebbe conoscerti prima o poi e visto che sono di Brescia
penso che verrò a trovarvi al pianeta viola così almeno non mi sentirò più così ignorante e chissà imparerò tante cose...
saluti adesso riprendo l'aereo per il mio Canada..

rosipoli ha detto...

Buon Canada Terry
Si vieni a trovarci. Il Pianeta Viola è un bel posto per crescere, per fermarsi un attimo o da dove spiccare il volo.
Ti aspetto eh ?
Se sei in Italia per il 1 maggio vieni al picnic. Facciamo anche queste cose leggere.

Mauro ha detto...

Cara Rosi, a mio parere (ma non sono giurista, sia ben chiaro!) la Corte Costituzionale di più non poteva davvero fare; e i passaggi da sottolineare sono due:

- quello sulla "formazione sociale [come] deve intendersi ogni forma di comunità, semplice o complessa, idonea a consentire e favorire il libero sviluppo della persona nella vita di relazione";

- quella che "spetta al Parlamento, nell’esercizio della sua piena discrezionalità, individuare le forme di garanzia e di riconoscimento per le unioni suddette, restando riservata alla Corte costituzionale la possibilità d’intervenire a tutela di specifiche situazioni".

Sono due veri e propri capisaldi della norma costituzionale, che nessuna sentenza potrà più esimersi di tenere in conto.

Diversamente da molti commentatori che ho letto in giro, a me sembra
che questa sentenza sia invece un bel passo avanti per gli omosessuali, anche in Italia.

Dopo tutto, forse, Berlusconi ha ragione quando dice che la Corte Costituzionale gli mette i bastoni tra le ruote... ;-)

Maggior merito per la preveggenza dei padri costituenti, dunque, che la vollero così proprio a evitare che il "benitino" di turno potesse fare veramente di tutto a suo piacimento... :-)

Un abbraccio

Mauro

Koredititti ha detto...

Evvai,..un'altra quota azzurra..? :DDDD
grande il Mauro!

rosipoli ha detto...

Beh Caro Mauro
Intanto, benvenuto, che qui è piccolo piccolo ma accogliente.
Sono d’accordo con te.
Ammetto che, questa faccenda della Consulta sembra di lana caprina e leggere tutti i giuristi che commentano richiamando articoli e leggi è un po’ stressante per una come me che corre dalla mattina a sera.
Siamo d’accordo Mauro, su tutta la linea.
Ti parlo però come una che sta dentro il movimento in qualche modo e penso che gay e lesbiche devono tornare, adesso più che mai, alla convinzione che molti di noi avevano circa 7 anni fa che non dev’essere il matrimonio l’istituto da chiedere.
Dobbiamo desiderare un altro tipo di istituto, visto che, come dice mio figlio il grande:
“ tocca a voi trovare un’altra istituzione che il matrimonio è ormai un’istituzione fallimentare” 
Dobbiamo puntare, credo a nuovi istituti, tipo le unioni civili, che sono più adatte alle unioni omosessuali.
Senza rinunciare all’obiettivo del matrimonio ( perché c’è chi lo desidera oltre ogni cosa) dobbiamo però muoversi per dei diritti che tutti ( omosessuali ed eterosessuali) chiedono che vengano riconosciuti.
E qua la Corte sembra venirci incontro quando dice che non è “ soltanto” attraverso il matrimonio che si possono riconoscere diritti alla coppia omosessuale.
Nel “ giro” tutta la sentenza viene analizzata punto per punto e il risultato sembra essere in positivo.
La battaglia che ha portato alla Consulta il matrimonio gay, non sembra, adesso ( dopo attenta lettura) aver registrato una sconfitta, ma, anzi, sembra una quasi vittoria.
Almeno ha aperto delle possibilità.
La prima cosa che salta agli occhi è che, nel rinviare al Parlamento come unica autorità che può decidere in materia, la Corte richieda che si arrivi ad una disciplina “di carattere generale, finalizzata a regolare diritti e doveri dei componenti della coppia". E già, con questa affermazione la Corte sgombra il campo da tutte quelle ipotesi di regolamentazione ( andare dal notaio, stipula di contratti matrimoniali, utilizzo di strumenti privatistici ecc.ecc.) che negli ultimi anni sono state avanzate.
Per quel che riguarda la questione della convivenza, l'esperienza del movimento gay suggeriva di non porre la convivenza come condizione per il riconoscimento dell'unione civile perché gay e lesbiche, nella loro vita quotidiana, sanno che si può benissimo stare insieme senza necessariamente convivere. La Corte, invece, in un inciso, sembra ribadire che il riconoscimento dell'unione omosessuale implica la costanza della convivenza. Ecco su questo punto sarebbe bene tornarvi sopra e ragionarne.

E chiudo, altrimenti mi addormento sui tasti ma ci sarebbe tanto altro da commentare, si, come dici tu e come sembra evidente, la sentenza della Corte è tutt'altro che negativa, e non solo per i principi generali.
Pensa che “ l'Avvenire le ha dedicato un profluvio di pagine per cercare di esorcizzarla. Essa può essere ben utilizzata, con intelligenza e accortezza. Innanzitutto per mettere in mora la politica sorda e il Parlamento muto. Ma poi anche per individuare strategie diversificate a livello giudiziario, capaci di far emergere tutte quelle situazioni di deficit giuridico che caratterizzano oggi le unioni omosessuali con azioni volte a vedere riconosciuti singoli diritti, sempre nel quadro e con l'obbiettivo di ottenere il riconoscimento finale, quello del riconoscimento della pari dignità dell'unione omosessuale. “

Mauro ha detto...

Innanzitutto, grazie per il benvenuto, ma se sono qui è anche perché qualunque spazio di dibattito dove si ragioni (e non si urli) è uno spazio di democrazia e ogni granello di democrazia va raccolto e conservato per costruire quella società migliore alla quale tutti dovrebbero ambire. Fine del pistolotto... ;)
Direi che non si può non essere d'accordo con tuo figlio quando dice che occorre "inventare" un altro istituto: l'importante è che sia un istituto tale da prevedere diritti e doveri (e tutele!) analoghi a quelli del matrimonio.
Fra l'altro, rileggendo il tuo post, mi sono accorto che dove la Corte parla di "possibilità d’intervenire a tutela di specifiche situazioni", credo apra la strada al riconoscimento in Italia di eventuali matrimoni contratti all'estero... ti pare poco?
Non sono invece troppo d'accordo sulla non-convivenza in un rapporto di coppia, ma può essere un mio limite, non essendo addentro alla problematica. A lume di naso, ragionerei che due persone che si vogliono bene (base fondamentale di un'unione para-matrimoniale, e su questo non ci dovrebbe piovere...) non vogliano vivere divisi, ma ripeto, può essere un mio limite... ;-)
Un abbraccio
Mauro
P.S. Vedo che hai finito di scrivere ben prima delle 3 di notte... :DDD

rosipoli ha detto...

Le coppie omosessuali, Mauro, sono un arcipelago sconosciuto.
A volte anche a noi stessi.
Ci sono moltissime " relazioni a distanza" perchè ci si conosce anche attraverso mezzi diversi ( chat-forum- liste-manifestazioni in lungo e in largo) ed è difficile chiedere il trasferimento per ricongiungimento al coniuge :)
Io ne sono un esempio.
Ho chiesto il trasferimento a Brescia, poi è successo che lei stava in un'altra città ( Milano ) e ci piaceva questo stile di vita anche se, ogni tanto, si affacciava il desiderio di vivere insieme.
Ma è un'altra storia.
Chiaro è che se moriremo, io o lei ( meglio lei ecco) la nostra pensione non avrà nessuna reversibilità.
E questo è un altro punto che mi rode, ma quanto mi rode, vista la mia veneranda età.
Poi ci sono quelli e quelle che, per scelta, ( non sono moltissimi) decidono di non vivere sotto lo stesso tetto.
Proprio per salvare la coppia che, essendo omosessuale, non è per niente uguale alla coppia etero.
Ci sono molti ( moltissimi e moltissime) contrari al matrimonio, per esempio mentre altri ed altre vogliono copiare il modello eterosessuale in tutto e per tutto.
L'importante, secondo me, sono i diritti. Non solo degli omosessuali ma di tutti.
Vado di corsa Mauro.
Sono alle prese con la mia festa di compleanno...
che poi racconterò, se ci riesco, con un filmato.

Mauro ha detto...

Appunto, i diritti di _tutti_ ... ;-)
E allora buon compleanno!

Un abbraccio

rosipoli ha detto...

Sarà un bellissimo compleanno. Di questa vita nuova che mi sembra di avere pochi anni, però vissuta intensamente.
E poi, la settimana prossima:
Roma !
A partecipare ad un incontro con delle donne che si chiamano
" Le Fenici" , sposate, con figli, con separazioni in corso.
Ed è difficile per loro, molto più difficile.
E si va andando.

rosipoli ha detto...

commento dirottato da Lillo per caso


Ciao Rosi, capita sempre che i commenti ad un tuo post non partano, causa password errata o simili. Solo sul tuo blog, quindi c'è qualcos'altro che sbaglio o non so.
Questa volta mi permetto di riscriverlo (faticaccia) qui... anche se ieri non mi partivano manco i PVT..
Dunque:
quando la Corte sottolinea che riconoscimento dell'unione omosessuale implica la convivenza, ricalca uno dei doveri dei matrimoni etero; quindi è bene sì che si inventi un altro istituto. Anche perché (non è la mia materia e vado un po' ad intuito) io ci vedo un po' una trappola: nel matrimonio l'obbligo della convivenza è motivato, ufficialmente, ll'educazione dei figli; metti in discussione la convivenza e la possibilità di adozioni per le coppie omosessuali si allontana ancora di più.
Vorrei anche dire una cosa a Mauro, riguardo alla convivenza; il tuo non mi pare un limite, semmai lo sarebbe pensare che debba per forza essere così. Per tutti, per ogni coppia o relazione. La convivenza, a volte, è per convenienza economica, ma non esclude che ci si ami indipendentemente da quello; la cosa vergognosa è che una persona possa non essere svincolata da ciò nella scelta.Una volta era alla base del sistema sociale che prevedeva un lavoratore, anzi, una lavoratrice, a tempo pieno e gratis; Come ripeto, vado un po' a naso.
Verso la fine della lettura, mi è venuto in mente 'il diritto alla felicità' della costituzione americana. Anche negli States la direzione della lotta x i diritti è quella. Solo, non pensiamo che le conquiste siano poi acquisite per sempre: il medioevo è sempre in agguato. Sempre in guardia, dunque! E, sì, il concetto chiave, sempre, è UGUALI DIRITTI.
Ciao!

(stavolta lo salto, e lo invio pure da Titti.. )

Lillopercaso ha detto...

Ehi, che sorpresa! (così, intanto, ci riprovo...vediamo se riesco ad inviare...)

rosipoli ha detto...

ad inviare sei riuscita.
Peccato che io non riesco a capire quale Daniela sei.
Comunque, ben venuta, in questo posto qui che ha una sua storia tutta particolare, che un giorno, prima o poi, riracconto.Perchè è una bella storia.

Lillopercaso ha detto...

o bella, sono solo Lillo.

rosipoli ha detto...

L'avevo capito poi. E' che il tuo link non si apriva.
Ho capito che daniela era Lillo