venerdì, maggio 22, 2009

Quando torno a casa



Stanca.

Dieci notizie, cento pensieri, mille speranze.E sto leggendo Citizen Gay di Lingiardi sui diritti negati e salute mentale e, mentre leggo,mi dico che lo sapevo già, lo sapevo già, lo sapevo già...prima di trovare tutto scritto.
Eppure lui è uno psichiatra famoso, professore universitario ed io sono nessuno.
Eppure io lo sapevo. Io lo sapevo già.





























E che ho quasi condotto per mano i genitori ad organizzare una festa indiana.La comunità sik, prima così restia a partecipare" eccerto " ho detto alle mamme, " vi immaginate voi, in un paese straniero a dover fare i pizzaiuoli e ballare la tarantella? "che poi,, forse mossi da pietà per noi, sono arrivati, piano piano, alla spicciolata, come se ci fosse stato un passa parola.

Tutti vestiti con quei vestiti splendidi che hanno, così fieri ed orgogliosi che mi hanno fatto venire l'invidia per quel loro modo di non abbassare mai lo sguardo.
Per quella fierezza che hanno e che portano in giro coi loro vestiti.
Ci hanno fatto questo bel regalo.
E' così che l'abbiamo vissuto il loro gesto.

Come un regalo.

Non bisogna mai abbassare lo sguardo, bisogna portare sempre i nostri bei vestiti sgargianti.
E che sentano come un regalo la nostra presenza nel mondo.
E così i paesani qui hanno dovuto prendere i libri in mano e ,attraverso il loro desiderio di far qualcosa per i loro bimbi, hanno imparato l'esistenza del mandala e della dea Kalì,delle feste della luce di quella degli aquiloni e dell'esistenza e di quello che significano tutta quella varietà di spezie.
Hanno anche preso lezioni dalla ragazza indiana meno timida e hanno anche ballato mentre i bambini e le bambine sciommiottavano il loro ballo.
E le ragazze che prima non volevano, alla fine hanno ballato con loro.
Bisogna ballare insieme, bisogna imparare i passi e avere il coraggio di buttarsi nelle danze.




Anche un elefante finto hanno fatto e il sik che prima non voleva, poi, vedendo tutti quei papà vestiti da ghandi, si è messo il suo bell'abito bianco e il suo bel turbante e ci è salito.
Chissà quanto ha riso delle pretese dei paesani...
Bisogna salire sull'elefante finto ma anche su quello vero.
Bisogna salire sull'elefante.
Che poi i genitori mi hanno proposto di usarlo per la mia campagna elettorale.


" Portiamolo in giro per il paese con su scritto VOTA ROSI.
Scherzavano ma potrebbe anche essere una bella trovata.
E oggi una mamma che non conosco mi ha detto che possono dire quel che vogliono sul mio conto ma lei mi vota.
E' l'elefante finto, ecco cos'è, è salire sull'elefante, ecco cos'è, mentre mi domando cosa mai diranno sul mio conto?
E domani si ricomincia.

Dieci notizie, cento pensieri, mille illusioni.


Buonanotte















lunedì, maggio 04, 2009

tanti auguri !

Ebbene si ! L'ho fatto. Il compleanno.
Sono successe tante cose dall'ultimo post e tante altre succederanno.
Al gazebo per la presentazione della lista mi sono emozionata nel vederli
arrivare, piano piano, con le loro bici, quei vecchi comunisti.
C'è ancora chi, quando il partito chiama, ha il coraggio di venire in piazza
con dignità a firmare, e ad assumersi delle responsabilità.
Sono in lista. Ho fatto tutto quello che andava fatto.
Ho detto tutto quello che andava detto.
E lei mi ha risposto che " non gliene può fregare di meno."
Anzi...mi ha detto anche qualche altra cosa.
Io credo che le persone siano pronte e che siamo noi, che a volte,ancora non lo siamo.

...perchè ho dovuto spiegare, perchè mi è sembrato giusto ma mi sembrava giusto anche non spiegare e così ho spiegato...
che è ben diverso di " confessare"

Almeno a chi mi aveva scelto come probabile futuro assessore forse era un piccolo dovere, visto che in campagna elettorale non si risparmiano i colpi bassi.
Assessore è una parola con troppe ESSE. Troppe per una come me, che ne ha già una che le appesantisce il nome.
Chiamatemi Rrò, che quella esse o va detta bene o è meglio mangiarsela con l'insalata verde di contorno.
Anche se io la preferivo con le patatine fritte.
E ho distribuito il materiale davanti alla chiesa. Uscivano dalla messa.
E così ho capito che, di domenica, ci sono ben due di messe, una dietro l'altra e mi sono chiesta " perchè mai?"
E molti hanno riso di me e del fatto che.
Io? Davanti alla chiesa?
Anche i genitori erano sorpresi.
Vuol dire che mi conoscono.
Tutto questo la domenica.
Sabato è toccato a " loro" con il loro bel gazebo pieno di palloncini e le caramelle da offrire ai bambini per attirare i genitori.
Tutti i maschi rigorosamente in vestito e cravatta e le donne sembravano delle manager in carriera.
E noi sgaruppati che abbiamo dovuto fare anche la colletta, giovani di 20 anni e signore un pò strane, consigliere in bicicletta.
Un genitore con la coda di cavallo e un'altra che fa parte dell'oratorio.
Che strana mescolanza.
Meglio di loro però, che si sono messi insieme Lega UDC e PDL, come una combricola, chi c'è c'è e andò cojo cojo.
Abbiamo comprato dei garofani rossi e li abbiamo sistemati sul tavolo.
E che gente la gente che arrivava per firmare. Bella, bella gente.
A firmare per noi, gente senza vestiti con cravate e tailleur del caso.
Venerdì compleanno a camminare e a fare un picnic come tante altre persone.
In un campo senza campo che così ho ricevuto tutti gli auguri insieme, appena ho ritrovato il campo.
E' stato così allegro come momento.
L'altra amica, candidata alle europee, sembrava un ragazzino cinese, coi suoi pantaloncini corti e il cappellino su quella bella testa, quel bel cervello.
Lombardia/Piemonte/Liguria e Val d'Aosta, insieme alla Hack, se non avete nessuno da votare, vi do il suo nome. Almeno qualcuna c'è.
E camminavano insieme in discesa, con i nostri zainetti e le nostre opinioni.
" datevi un tono su! che siete candidate..."
E quanto ridere.
E festa il sabato ma anche la domenica.
Sempre così i miei compleanni.

Lunghi da passare.
Sono la tartaruga fra gli animali ma non perchè vado lenta.
Assolutamente.
E' perchè somiglio proprio, anche dalla corazza.
Fotografatemi, che ho bisogno di un bel fermo immagine.